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Il razzismo nel calcio italiano sulle prime pagine dei giornali internazionali

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Siamo finiti sotto gli occhi del mondo per quello che è accaduto a Milano nella partita fra Inter e Napoli. I cori razzisti, i buh di certi squallidi che si atteggiano a tifosi contro Kalidou Koulibaly, il più forte difensore che giochi oggi in Italia, “francese, senegalese e napoletano”come si definisce lui stesso sui social, hanno fatto il giro del mondo e tutti i giornali hanno messo l’accento sulla “vergogna” di Milano.

Tanto per citarne qualcuno, su Marca quotidiano spagnolo di sport il titolo è:

“Vergüenza en Italia: Cánticos racistas a Koulibaly y 4 apuñalados fuera del estadio”, cioè Vergogna in Italia: cori razzisti verso Koulibaly e 4 accoltellati fuori dallo stadio. Il quotidiano spagnolo ha ricordato come già nel 2016 il difensore napoletano durante Lazio – Napoli fosse stato insultato ma allora si decise per l’interruzione della partita mentre questa volta a Milano nonostante il tecnico del Napoli Carlo Ancelotti avesse chiesto di sospendere, non è accaduto proprio nulla, l’arbitro Mazzoleni non ha fatto nulla.

Stessa musica su Le Monde, l’autorevole quotidiano francese pubblica l’articolo sul razzismo italiano anche sui social e cita il tweet di KK :« Déçu de la défaite et surtout d’avoir abandonné mes frères. Mais je suis fier de la couleur de ma peau. D’être Français, Sénégalais, Napolitain. D’être un homme”, ovvero dispiaciuto per la sconfitta e per aver dovuto lasciare ma sono fiero del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano. Di essere un uomo.

The Guardian riferisce che le richieste di Ancelotti di interrompere il match sono state più volte ignorate, fino ad arrivare all’espulsione di Koulibaly, nervoso per aver subito insulti, “monkey chants”, letteralmente versi di scimmia, per tutto il match.

E poi ci sono tutti gli altri: dal Washington Post al Bleacher Report, al the Indian Express, The Independent, BBC news, Daily Mail, Washington Post, Goal.com, Swindon Advertiser, Fox Sport Asia. Tutti insieme rappresentano milioni e milioni di lettori di tutto il mondo

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Economia

Fitch migliora rating del debito di Napoli, ora è BBB-

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Fitch Ratings ha migliorato il rating di default a lungo termine della città di Napoli passando da BB+ a BBB- (cioè da rischio medio-alto a rischio medio-basso). Lo si apprende dal Comune di Napoli. “L’aggiornamento – si legge nell’analisi di valutazione dell’agenzia di rating – riflette un ulteriore miglioramento delle finanze di Napoli a seguito di una performance finanziaria migliore del previsto nel 2023. I trasferimenti da parte dello Stato stanno aiutando la città a far fronte ai suoi debiti netti in sospeso e a migliorare il suo profilo finanziario, mentre l’ente continuerà ad attuare le misure finanziarie stabilite nel Patto per Napoli”.

“Tale valutazione fotografa con i numeri i progressi che l’amministrazione ha compiuto in meno di tre anni – commenta il sindaco Gaetano Manfredi – dopo aver ereditato una situazione prossima al default. Ci muoviamo nell’ambito del Patto per Napoli, ma il miglioramento della riscossione dei tributi e il potenziamento dei servizi stanno contribuendo al risanamento che porta gradualmente ad un maggiore sviluppo economico del territorio divenuto sempre più attrattivo per gli investimenti pubblici e privati”. “Un ulteriore riconoscimento – aggiunge l’assessore al Bilancio Pierpaolo Baretta – che siamo sulla strada giusta. Se migliora il rating vuol dire che migliora la situazione finanziaria del Comune e quindi di tutta la città. È la prova che risanamento e sviluppo possono andare insieme. È uno stimolo per tutti, Amministrazione comunale e aziende partecipate, a fare ancora di più e meglio”.

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Esteri

Esercito israeliano: Ecco foto e nomi dei membri Hezbollah che abbiamo uccisi

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L’esercito israeliano ha pubblicato le foto e in nomi dei 15 capi militari e dei vertici della forza d’élite Radwan di Hezbollah uccisi ieri in un raid a Beirut insieme con il comandante Ibrahim Aqil nell’attacco aereo di ieri a Beirut. Tra i morti c’era Ahmed Wahbi, identificato da Hezbollah e dall’Idf come capo dell’unità di addestramento del gruppo terroristico ed ex comandante della Radwan.

L’Idf afferma che Wahbi era con Aqil tra i membri di Hezbollah coinvolti nella pianificazione di un’invasione in Galilea e nel “promuovere il radicamento del gruppo sciita filoiraniano nel Libano meridionale, mentre tentava di migliorare le capacità di combattimento terrestre dell’organizzazione”. Nel corso degli anni e durante i primi mesi della guerra, Wahbi era coinvolto nella pianificazione e nell’esecuzione di attacchi missilistici e di infiltrazione.

Altri comandanti di spicco della Forza Radwan uccisi nell’attacco sono stati identificati dall’esercito israeliano in Samer Halawi, comandante della regione costiera; Abbas Muslimani, comandante della regione di Qana; Abdullah Hijazi, comandante della regione di Ramim Ridge; Muhammad Reda, comandante della regione di Khiam; Hassan Madi, comandante della regione del Monte Dov; Hassan Abd al-Satar, capo delle operazioni; e Hussein Hadraj, capo di stato maggiore. Tra gli altri membri anziani di Hezbollah uccisi nel raid ci sono Hassan Yosef Abd al-Sather (Baker) – il capo delle operazioni della forza Radwan, che ha guidato e promosso tutti gli schemi di tiro; Hossein Ahmed Haderaj (Seraj), capo di stato maggiore della Radwan, coinvolto nel trasferimento di armi e nel rafforzamento dell’organizzazione.

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Esteri

Kiev, distrutte tonnellate armi russe anche da Corea nord

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Lo stato maggiore ucraino ha confermato che le forze di Kiev hanno colpito due depositi militari russi che contenevano “migliaia di tonnellate di munizioni”. “Questa notte l’arsenale di Tikhoretsk a Krasnodar è stato colpito”, ha scritto lo stato maggiore, definendo il magazzino “uno dei tre più grandi depositi di munizioni degli occupanti ed è uno dei più importanti nel sistema logistico delle truppe russe”. Al momento dell’attacco “era presente un treno per consegnare almeno 2.000 tonnellate di munizioni, anche dalla Corea del Nord”. Inoltre, l’Sbu “ha colpito” un deposito di armi vicino a Oktyabrskoye, nella regione di Tver.

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