Ci sono religiose, laiche ma anche professioniste ed esperte nella lista delle donne che tra due anni potranno segnare un altro pezzo della ‘rivoluzione’ di Francesco in Vaticano e, cioè, guidare un Dicastero. L’annuncio del Papa al quotidiano spagnolo Abc ha inevitabilmente fatto scattare il totonomi tra chi ricopre già un incarico all’interno dei Dicasteri o negli uffici della Santa Sede.
Ma, come Bergoglio ha ormai insegnato dall’inizio del suo pontificato, non è neanche esclusa una sorpresa ‘esterna’ alle mura vaticane. In cima alla lista c’è suor Raffaella Petrini, lungo corso negli uffici vaticani, docente di economia del welfare e sociologia, esperta di scienze politiche e sociali, ma soprattutto prima donna ad essere nominata, lo scorso anno, segretario generale del Governatorato della città del Vaticano.
Appena cinque mesi fa, è stata indicata anche come membro del Dicastero per i vescovi ed il 28 ottobre membro dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Un’altra donna che ricopre un incarico di alto livello in Vaticano è l’avvocata Francesca Di Giovanni, già ‘sottosegretaria’ per il settore multilaterale della sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.
Nel Dicastero per i vescovi, uno dei 16 che compongono la Curia romana, compaiono poi i nomi di altre due donne, anche loro nominate lo scorso luglio. Si tratta della suora francese Yvonne Reungoat, già superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e dell’argentina Maria Lia Zervino, presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, un movimento che rappresenta 8 milioni di donne di 100 organizzazioni cattoliche di oltre 50 Paesi del mondo.
Altre donne con incarichi di spicco in Vaticano sono la suora spagnola Carmen Ros Nortes, ‘sottosegretaria’ al Dicastero per i religiosi, la suora francese Nathalie Becquart, ‘sottosegretaria’ del Sinodo dei vescovi, e la salesiana suor Alessandra Smerilli, ‘segretario’ del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Tra i ‘vertici’ vaticani anche la professoressa argentina Emilce Cuda, ‘segretaria’ della Pontificia Commissione per l’America Latina, Linda Ghisoni e Gabriella Gambino, entrambe ‘sottosegretaria’ al Dicastero per i laici, la famiglia e la vita: e poi Barbara Jatta, la prima donna direttrice dei Musei vaticani; la slovena Nataša Govekar, direttrice della direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione; e la brasiliana Cristiane Murray, vicedirettrice della Sala Stampa della Santa Sede.
La professoressa tedesca Charlotte Kreuter-Kirchof è poi vicecoordinatrice del Consiglio per l’economia. Questi dunque i nomi femminili che potrebbero aspirare a guidare prossimamente un Dicastero, ma non è escluso che papa Francesco possa pescare anche fuori dalle mura. Già alcuni anni fa, lo stesso Pontefice aveva pensato alla banchiera Christine Lagarde per la guida dello Ior. Chissà che le “trattative” di cui parlava Francesco non siano davvero andate a buon fine.