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Scaloni per la storia, spero che Messi alzi la coppa

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La sesta finale mondiale nella storia dell’Argentina coinciderà verosimilmente con l’ultimo capitolo dell’epopea calcistica del suo messia dell’era post-Maradona, ossia Leo Messi. La ‘Pulce’ è all’ultima recita in un Mondiale, ma anche alla seconda finale per la coppa più ambita, dopo quella disputata a Rio de Janeiro contro la Germania (vittoriosa nei supplementari grazie a una rete di Mario Goetze). Basta questo per rendere la finalissima di domani (ore 16 italiane), a Doha contro la Francia, una partita speciale e donarle una certa sacralità. Evento unico e dunque da sfruttare al massimo, non una partita qualsiasi contro una qualunque squadra della Liga, della Ligue 1 o di un girone della Champions.

Messi di finali ne ha giocate tante, anzi tantissime, ma soprattutto sa come vincerle. Per questo il ct della ‘Seleccion’, Lionel Scaloni (nome omen), lo chiama in causa nella partita che vale tutto e che può dare un senso a una carriera che un senso in realtà già ce l’ha, come confermano i sette Palloni d’Oro vinti. “Leo ha detto che sarà la sua ultima partita ai Mondiali? Allora spero che vinca e poi saluti; prima, però, deve alzare la coppa. Sarebbe magnifico pensare che noi possiamo assaporare questo momento insieme a lui. Sarebbe il miglior modo per congedarsi”, le parole del tecnico. Ma sarebbe anche un segnale da trasmettere a chi lo considera un gradino sotto Maradona solo perché il ‘Pibe de oro’ ha vinto un Mondiale (Messico ’86) in più. “La partita di domani contro i ‘Bleus’ “sarà decisa probabilmente dai dettagli, perché in campo ci saranno tanti giocatori forti”, spiega Scaloni, in conferenza stampa.

“Come si ferma Mbappé? Con il lavoro di squadra: di fronte – aggiunge avremo la Francia, non solo Mbappé, che i compagni rendono ancora più grande. Sono sicuro che, col tempo, diventerà ancora più forte. Le finali, comunque, si vincono, non si giocano. Anche se io penso che le finali vanno giocate”. C’è chi affibbia ai francesi, campioni del mondo in carica, il ruolo di favoriti. “Dicono così? Io penso, invece, che noi abbiamo molte chance, perché abbiamo il miglior giocatore del mondo. Ci piace che dicano che ce n’è uno meglio di lui, ma bisogna vedere se è veramente così”. Secondo Emiliano ‘Dibu’ Martinez sarà importante l’apporto del pubblico.

“Il fatto di sentirci a casa, di avere così tanti tifosi che ci sostengono, può giovarci senza alcun dubbio – spiega il portiere dell’Albiceleste -. Qui abbiamo sempre avvertito il calore della gente, abbiamo avuto l’impressione di giocare in casa. Anche questo ci ha fatto superare il colpo della sconfitta all’esordio subito contro l’Arabia Saudita. Se mi emoziona pensare che tutto un paese domani ci sosterrà? Di solito sono un tipo freddo, non mi emoziono molto facilmente”. Il seguito dell’Argentina sarà ingente, con almeno 40 mila tifosi pronti a sostenerla. Non tutti, però, sono a Doha col biglietto della finale in tasca; secondo le autorità locali almeno 8 mila rimarranno fuori dallo stadio.

Due giorni fa la polizia locale ha dovuto disperdere anche in modo rude, come riferiscono alcuni media argentini, la folla di supporter dell’Albiceleste che si era radunata di fronte all’hotel Jassim, dove alloggia gran parte della dirigenza della Federcalcio argentina. Ai dirigenti dell’Afa viene chiesto di mettere in vendita i biglietti restituiti da coloro che non potranno assistere alla partita. Prima della finale contro la Germania in Brasile nel 2014 arrivarono 200 mila argentini, che trasformarono Rio de Janeiro in una città biancoceleste. Molti di loro restarono fuori dal Maracana e fu un bene visto l’esito del match.

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Juve in emergenza col Milan, Motta: “dovremo dare di più”

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L’emergenza in casa Juve non accenna a rientrare, anzi durante la pausa per le nazionali si è accentuata ancora di più. “Abbiamo perso Cabal per lungo tempo, a Milano mancheranno anche Bremer, Adzic, Nico Gonzalez, Douglas Luiz e Milik. E anche Vlahovic che non ci sarà”, il quadro degli assenti fatto da Thiago Motta, alla vigilia della sfida contro i rossoneri. “Mi dispiace per chi non ci sarà perché questa è una bellissima partita, vorrebbero giocarla tutti – aggiunge, in vista del big-match alla ‘Scala’ del calcio – e i privilegiati che scenderanno in campo daranno il massimo: cercheremo di portare la sfida dalla nostra parte, dovremo dare ancora di più per non far notare le assenze e ci metteremo massimo impegno e grande concentrazione”. Nonostante il suo forfait e i dubbi sul suo rientro.

“Non so ancora se Dusan ci sarà contro l’Aston Villa, lo vedremo nei prossimi giorni” la risposta di Thiago Motta, l’argomento più chiacchierato durante la conferenza è stato proprio Vlahovic: tutta colpa di quella uscita infelice di qualche giorno fa. “È più semplice per me giocare insieme ad un altro attaccante, perché quando presso e rincorro gli avversari poi rischio di arrivare stanco e meno lucido in fase di finalizzazione” le parole finite nel mirino della critica. E sono arrivate anche dalle parti della Continassa, come conferma lo stesso allenatore: “Abbiamo parlato, siamo d’accordo ed è la cosa più importante – il retroscena raccontato da Thiago Motta – perché tutti i miei giocatori sanno cosa dobbiamo fare e so che lo faranno, sia in fase difensiva sia in quella offensiva: si tratta di un obbligo e un dovere, non è un’opzione”.

Chiusa la querelle, si apre il dilemma della prima punta: chi sarà il riferimento offensivo della Juve a San Siro? “Tutti i ragazzi hanno caratteristiche diverse, al di là di attaccanti centrali o centrocampisti, e questa è una cosa interessante – afferma il tecnico – perché danno alternative e soluzioni diverse, sarà così anche a Milano”.

L’idea è quella di alternare Weah e Yildiz tra la zona centrale e le corsie esterne, anche per non dare punti di riferimento alla difesa del Milan. E soprattutto l’americano è in un periodo di forma impressionante: “Mi piace tutto quello che fa, oltre ovviamente ai gol, ed è un giocatore interessante perché aiuta, è generoso, responsabile, capisce di cosa ha bisogno la squadra, quali sono le consegne, cosa chiediamo – i complimenti per l’ex Lille – e siamo contenti che sia con noi, che sia in forma, che dia il suo contributo sia dall’inizio che a partita in corso”. In difesa ci saranno Gatti e Kalulu, il francese tornerà da ex ad affrontare il Milan: “La cosa più importante è che lui è sempre voluto venire, dal primo giorno che è arrivato si è messo sempre a disposizione del gruppo – dice di lui Thiago Motta – ed è anche leader a modo suo: parla poco, ma lo fa nel modo giusto e non deve cambiare nulla in lui”. Infine, c’è spazio per una battuta sul tennis: “Non so chi sia il Sinner della Juve, non mi piace proprio fare paragoni – conclude il tecnico – poi Jannik è un fenomeno del tennis e dello sport: gli auguro di continuare così la sua carriera eccezionale”.

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Premio Speciale al Maraduno 2024: Angelo Pisani, l’avvocato della Leggenda di Maradona

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Il Maraduno 2024, evento dedicato all’immortale Diego Armando Maradona, celebrerà una figura chiave nella storia recente del Pibe de Oro: l’avvocato Angelo Pisani, colui che ha restituito giustizia e onore alla leggenda del calcio. Durante la manifestazione, che si terrà il 24 novembre 2024 presso l’Edenlandia di Napoli, Pisani riceverà un Premio Speciale per il suo straordinario contributo nella difesa legale di Maradona.

Un gesto di amore e giustizia per Maradona

Angelo Pisani è stato l’artefice dell’assoluzione di Maradona dall’ingiusta accusa fiscale che per anni ha gravato sulla sua figura. Un successo legale che va oltre le aule di tribunale, diventando un gesto simbolico per Napoli e per tutti coloro che vedono in Maradona non solo un calciatore, ma un eroe che ha donato sogni e orgoglio al popolo partenopeo.

Grazie alla sua competenza, determinazione e al profondo legame con la figura di Diego, Pisani ha difeso non solo il mito del campione, ma anche l’onore di un’intera città.

Il tributo del Maraduno 2024

Il riconoscimento assegnato ad Angelo Pisani durante il Maraduno 2024 celebra non solo il successo legale che ha liberato Maradona da ogni ombra, ma anche il suo impegno nel preservare la memoria e la dignità di una figura che continua a ispirare generazioni.

“Grazie, Avvocato Pisani, per aver difeso un pezzo del cuore di Napoli. La tua passione e tenacia hanno reso la figura di Diego ancora più grande e libera da ingiustizie”, è il messaggio che accompagna il tributo.

Un momento emozionante per Napoli e i fan di Maradona

Il Premio Speciale a Pisani rappresenta uno dei momenti più significativi del Maraduno 2024, una giornata di festa, memoria e celebrazione del legame unico tra Diego e Napoli. L’evento sottolinea come la figura di Maradona sia molto più di un simbolo sportivo: è un patrimonio culturale e umano che Napoli custodisce con orgoglio.

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Prima Roma di Ranieri: non serve un mago ma uno normale

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Allenatore, manager, motivatore e psicologo. Claudio Ranieri si è ritrovato a fare tutto per la sua Roma in questi primi giorni di preparazione e avvicinamento al suo terzo esordio in giallorosso, ma non lo paragonate a Harry Potter. “A questa Roma non serve un mago – spiega a due giorni dalla sfida con il Napoli, anticipando la conferenza al venerdi’ come da tradizione british – una persona normale che gli dia fiducia e che piano piano risolva i problemi del malato, se è così”.

Per questo da quanto è rientrato a Trigoria non ha fatto altro che lavorare sulla testa dei calciatori cercando di spazzare via insicurezze e paure, ma non le pressioni. “Senza, non sarei qui – dice ancora -. Io ho sempre cercato di tirar fuori il bambino che è nei calciatori. Dobbiamo fare di tutto per tornare quei bambini che eravamo, anche se oggi siamo adulti e abbiamo delle responsabilità. Voglio che tirino fuori il sogno che avevano da piccoli. Facciamo il lavoro più bello del mondo e ci pagano. Alle avversità si reagisce. Questa è gente che ha giocato bene e sa come si fa”.

Così come chiede una reazione al suo capitano, Lorenzo Pellegrini, un romano atipico secondo Ranieri perché “è molto introverso” e “soffre dentro”, ma “sono convinto che anche lui saprà reagire”. Certo adesso va dimostrato e il Napoli capolista non è l’avversario più comodo per poterlo fare, soprattutto senza un giocatore come Dybala. L’attaccante argentino è tornato oggi ad allenarsi parzialmente con il gruppo e a disposizione resta solo l’allenamento di domani per valutare se portarlo o meno al Maradona. Il problema è ormai noto, il calciatore non è infortunato, ma i dolorini e la sensazione di non essere al 100% persistono, così Ranieri non ha ancora sciolto le riserve sul centravanti.

“Parlerò con lui e i fisioterapisti – racconta il tecnico -. Sicuramente dobbiamo aiutare il ragazzo. Se ha questo fastidio va risolto, se non ha nulla allora dobbiamo capire perché sente comunque questo fastidio. Ci ho parlato in questi giorni, lui è positivo e propositivo. Io non sono di quelli che rischia i giocatori, meglio non averlo una gara che per un mese”. Dunque con il Napoli potrebbe essere risparmiato per averlo al meglio contro Tottenham e Atalanta, perché la prima settimana di Ranieri è di quelle terribili. Ma solamente la rifinitura di domani sarà in grado di fornire ulteriori indicazioni. Intanto in gruppo è tornato a lavorare Hummels che sarà regolarmente convocato, anche se nelle prove di 4-3-3 di questi giorni la coppia di titolari provata è sempre stata quella composta da Mancini e Ndicka.

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