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Corona Virus

Crescono ricoveri,casi Covid ‘sottostimati del 50%’

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Aumentano i ricoveri Covid sia nei reparti sia nelle terapie intensive, con i casi sottostimati del 50%, e cresce l’attenzione per l’influenza il cui picco dovrebbe essere nelle feste di Natale. Mentre gli esperti lanciano l’allerta a non travestire il Covid-19 da influenza, confondendo i sintomi e trattandola in modo non adeguato dal punto di vista farmacologico. Con il rischio che le prossime festivita’ natalizie vedano non solo un picco di casi di influenza, ma anche, come si teme negli Usa, di una nuova ondata di Covid. Secondo il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe relativo al periodo 25 novembre-1 dicembre, rispetto ai 7 giorni precedenti, sono saliti i ricoveri nei reparti (+11,1%) e quelli nelle terapie intensive (+28%), e si osserva anche un aumento dei decessi pari al 9,5%. I nuovi casi sono sostanzialmente stabili ma la circolazione virale è sottostimata almeno del 50%. “Il numero dei nuovi casi settimanali non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50%”, rileva il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta. Il numero dei positivi non è affidabile, aggiunge, “sia per l’utilizzo diffuso di tamponi ‘fai da te’, sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche”. “Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – rileva invece il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti – aumentano con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi al giorno rispetto ai 30 della settimana precedente”.

Nello stesso periodo si osserva anche un aumento dei decessi da 580 a 635, ossia 55 in più, 14 dei quali riferiti a periodi precedenti. raggiungendo numeri che non si registravano da metà agosto. Sul fronte vaccinazioni anti Covid-19, sempre secondo il report Gimbe, sono ancora in calo in Italia, sia nella prima dose (-1,3%) sia nella terza e la quarta (che al momento ha una copertura del 26,9%), mentre sulla quinta non si hanno ancora dati ufficiali; le persone non vaccinate nel nostro Paese sono 6,7 milioni. Attenzione a non travestire il Covid-19 da influenza, confondendo i sintomi e trattandolo in modo non adeguato, spiega il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. “Le due condizioni devono essere distinte, ma stiamo invece assistendo ad un unico trattamento teso a ridurre la febbre e spesso all’utilizzo del tutto inappropriato di antibiotici, errato sia per Covid che per influenza”, osserva l’esperto. “E’ grave – aggiunge – che non si gestiscano più i casi di Covid. Fare la diagnosi differenziata è molto difficile perché i sintomi di Covid e influenza sono simili, ma non si fa nemmeno il test. Basterebbe invece fare un test antigenico rapido per diversificare i casi e i relativi trattamenti”. Va considerato, infatti, ha detto ancora il virologo, che stanno avanzando nuove varianti, come BQ.1 e BQ.1.1, e al momento è probabile avere più casi di Covid-19 che di influenza”.

Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo e professore all’Università Statale di Milano, il picco dell’influenza sarà “nel periodo natalizio quando si arriverà a 150mila casi giornalieri, per un totale stagionale di 10 milioni di casi a Capodanno. Farà dei morti, come sempre, il range delle persone che vengono a mancare per l’influenza vanno dai 5mila ai 20mila”. E negli Usa si registra un forte aumento dei ricoveri per covid durante l’ultima settimana. Si tratta della crescita piu’ elevata da molti mesi: 35.000 pazienti hanno dovuto ricorrere a cure ospedalieri per gravi sintomatologie del Sars-cov2. Questi si aggiungono all’ondata di ricoveri per influenza e virus respiratori che stanno gia’ colpendo l’Unione da piu’ di un mese: nella settimana successiva alla festa del Ringraziamento, 20.000 americani sono finiti in ospedale per complicazioni influenzali. Gli esperti temono una nuova ondata di covid tra fine dicembre e gennaio, favorita’ dalle festivita’, dai parties in famiglia e con amici.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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