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Calendario serie A, esordio romantico per Ronaldo, Napoli inizio difficile contro la Lazio e scontro con la Juve alla Settima

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Cristiano Ronaldo (foto in basso) esordirà in serie A nella romantica città di Giulietta, Verona. Lo aspettano gli arcigni difensori del Chievo. Due partite toste, difficili per il Napoli di Ancelotti e la nuova Roma. Gli azzurri saranno di scena all’Olimpico con la Lazio, la Roma è attesa in trasferta dal Torino-Roma. L’Inter comincia col Sassuolo. Il Milan arriverà al San Paolo per la seconda giornata degli azzurri. La Juventus se la vedrà con i biancocelesti della Lazio. Si potrà capire il potenziale di Napoli e Juve in rapporto ai match con la Lazio. La partita di cartello della terza giornata è Milan-Roma. Nella quarta giornata Napoli-Fiorentina. Bisognerà aspettare la settimana giornata per il derby della Capitale con Roma – Lazio. Nella stessa giornata il Napoli giocherà a Torino contro la Juventus. Alla nona gara di campionato, il 21 ottobre, ci sarà il derby milanese con Inter-Milan. La decima giornata ha due partite di cartello: Lazio-Inter all’Olimpico e Napoli-Roma al San Paolo. Alla 14esima altro scontro molto atteso tra Inter e Juventus prima del derby delle Alpi in programma alla quindicesima in casa granata. 

Quest’anno sono previste 8 finestre (non più 5), e nelle prime due giornate si giocheranno due anticipi al sabato (alle 18 e alle 20.30), una partita domenica alle 18, altre 6 alle 20.30 e un posticipo lunedì sera alle 20.30. Rispetto all’anno scorso, non ci sono vincoli per le squadre impegnate nei preliminari di coppa, perché c’è solo l’Atalanta in Europa League.

Le squadre partecipanti alla Champions (Inter, Juventus, Napoli e Roma) non incontrano quelle partecipanti all’Europa League (Atalanta, Lazio e Milan) in concomitanza con le gare europee.

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Genoa, Zangrillo: Balotelli può tornare grande con noi

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“Personalmente credo che Balotelli potenzialmente sia stato, negli ultimi vent’anni, il più grande numero 9 italiano. Per una serie di circostanze non ha saputo o non ha potuto esprimersi. Sono convinto che SuperMario, in uno stadio come quello di Genova e davanti alla Gradinata Nord, possa ritornare per una o due stagioni il grande che è stato. È una sfida che, da qualche giorno, mi toglie il sonno”. Lo ha detto il presidente del Genoa Alberto Zangrillo intervenendo a “IL processo di Sportiva” su Radio Sportiva con l’ex campione Ciccio Graziani. Il numero uno del Genoa ha poi analizzato il momento della squadra e soprattutto parlato del futuro di Gilardino.

“La partita di sabato dobbiamo interpretarla come importante, ma non come la partita della vita – ha detto ancora Zangrillo -. Gilardino non si tocca? Nella vita ho imparato ad essere soprattutto umile, conoscere il mio perimetro e andare avanti così. Le decisioni le prendono poi il Direttore Sportivo, l’Amministratore delegato e lo staff tecnico. Le decisioni non competono me, ma tenevo corretto richiamare tutti al ricordo”.

“Tante volte gli allenatori penso subiscano scelte che sono veramente e profondamente ingiuste perché sono figlie del momento – ha aggiunto -. Noi abbiamo avuto tantissimi infortuni e sfido chiunque in una situazione del genere a rimanere competitivi in Serie A, ricordandoci sempre che siamo ancora all’inizio”. Zangrillo ha poi chiarito la situazione societaria del club con la proprietà americana alle prese con una grave crisi finanziaria.

“C’è una controversia giudiziaria che investe in pieno il nostro azionista di riferimento, tradotto – ha spiegato il presidente del Genoa -, il nostro proprietario. Fortunatamente c’è un advisor finanziario, una banca (Moelis & Co, ndr) che ha tutto l’interesse a garantire che l’asset Genoa, depositario di un valore e non solo di situazioni negative, ma di un valore intrinseco, possa garantirsi nella continuità. Quindi, quello che tutti noi in società, in primis l’amministratore delegato e io stesso, stiamo cercando di fare è traghettare verso un futuro più sereno”.

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Sinner in finale al Six Kings Slam, Djokovic ancora ko

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Quattro giorni dopo la vittoria del Masters 1000 di Shanghai, Jannick Sinner e Novak Djokovic si sono ritrovati nella semifinale del Six Kings Slam, il torneo di esibizione in programma fino a sabato a Riad, in Arabia Saudita, e anche questa volta, a vincere, è stato l’altoatesino che si è imposto con il punteggio di 6-2, 6-7, 6-4 in 2 ore e 27 minuti di gioco. Una partita faticosa e dispendiosa per Sinner che ha fatto i conti con alti e bassi nel corso del match. Una partita combattuta soprattutto nel secondo e nel terzo set. Si gioca per lo spettacolo, per la promozione dello sport in un Paese che ha fame di tennis e…per un primo premio da 5,5 milioni di euro (1,4 milioni di euro il “gettone” di partecipazione per ognuno dei sei protagonisti).

Cambia l’avversario, Medvedev nei quarti ora Djokovic, ma non il trattamento del numero uno del mondo: che in appena 26 minuti si aggiudica il primo set. Ma Nole non ci sta e si aggiudica al tie break il secondo set. Al cambio campo arriva il fisioterapista a trattare la spalla destra del serbo. Si va avanti tra break, controbreak e occasioni mancate da una parte e dall’altra per otto game, poi nel nono arriva un nuovo strappo da parte di Sinner, che scappa sul 5-4 e va a servire per il match. “E’ stata una partita dura. Abbiamo provato a giocare ogni punto giocando al meglio, l’abbiamo presa seriamente cercando anche di fare qualcosa di diverso in campo” ha detto Sinner al termine del match. “Abbiamo giocato in finale a Shangai 4 gorni fa. Abbiamo commesso entrambi qualche errore. E’ normale, nel tennis succede – ha detto ancora Sinner -. Ho giocato un paio di diritti che mi hanno permesso di riprendere in mano la situazione. Di solito sono calmo, ma anche a me capita di sentirmi teso, nervoso.

Punto a chiudere al meglio la stagione e questo torneo, cercherò di offrirvi il miglior spettacolo possibile, comunque andrà l’altra semifinale. Sabato sono sicuro che sarà una partita molto divertente”. Intanto l’Itia (International Tennis Integrity Agency) torna a parlare del ricorso della Wada riguardante il caso di Jannik Sinner, il numero uno del mondo trovato positivo a causa della contaminazione dal Clostebol a marzo scorso e scagionato dopo un processo dall’Itia stessa, decisione contro la quale la Wada, agenzia mondiale antidoping, ha fatto appello al Tas. Oggi l’Itia, attraverso un comunicato del ceo Karen Moorhouse, ha voluto spiegare meglio la sua posizione sottolineando che La decisione dell’Itia si è attenuta alle regole definite “dal Codice mondiale antidoping”, a sua volta “stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping”, ovvero la Wada che ora ha fatto ricorso al Tas contro quella decisione. Moorhouse difende la decisione dell’Itia nata dalla valutazione di “circostanze, fatti e dati scientifici”, indipendentemente dal “profilo del giocatore coinvolto”.

L’intervento del Ceo Moorhouse è contenuto in un report sull’attività dell’Itia nel 2024. Consapevole “che può essere difficile comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo”, la Itia ha voluto chiarire la propria posizione, dopo il ricorso al Tas della stessa Wada contro la decisione di dichiarare Sinner “non colpevole e non negligente”. “I criteri con cui gestiamo i casi non cambiano, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto – sottolinea Moorhouse – Comprendiamo che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore”. Finendo per spostare “il focus dell’appello sull’interpretazione e sull’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente per determinare il livello di colpa del giocatore, piuttosto che sull’indagine dell’Itia sui fatti e sulla scienza”.

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F1: Verstappen-Norris, il duello riprende ad Austin

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C’è uno che, se continua così, pensa di poter vincere il Mondiale, l’altro invece rischia di perderlo e allora ‘mette zizzania’ fra i rivali. E’ la storia di Landro Norris e Max Verstappen che, in questa lunga stagione iridata della F1 che riprende dopo la sosta, si sfideranno ad Austin nel Gp degli Usa di domenica che promette emozioni e spettacolo. Norris è ottimista, e non lo nasconde, dicendo che “sono felice di quello che stiamo facendo. E sono certo che se continuiamo così possiamo farcela”. A dargli forza anche il fatto di non avere nulla da perdere (“vada come vada, è stata una bella stagione che ci stiamo godendo”), perché il peso è tutto sulle spalle di Verstappen, l’olandese volante che non vince più, da otto gran premi, e quindi deve fare i conti soprattutto con se stesso.

Al ‘figlio d’arte’ (più bravo del padre) Max non rimane quindi che sperare che la Red Bull torni competitiva ai massimi livelli e che, magari, riprenda la lotta interna in seno alla McLaren, dove il ruolo di gregario va stretto a Oscar Piastri, che pure, a parole, si è detto pronto ad aiutare Norris. Varranno, ad Austin, le cosiddette ‘Papaya Rules’? Vestappen spera di no, perché “per me Piastri – ha spiegato – non è assolutamente un pilota numero 2 e, se fossi in lui, non accetterei mai. Lui è un gran pilota, non merita di dover rinunciare a vittorie e posizioni per giocare il ruolo di secondo piano perché gli viene chiesto”.

“Comunque – ha ammesso il campione in carica – loro due sono l’accoppiata migliore perché si trovano su valori molto vicini e sono entrambi veloci. La McLaren ha messo la gente giusta al posto giusto”. E Norris che ne pensa? “Non guardo a quello che fa Verstappen – ha sottolineato -, io guardo ciò che fanno tutti i piloti. E’ il mio lavoro. Max è l’uomo da battere, ma voglio concentrarmi solo su me stesso al di là della sua posizione. Qui ad Austin alcune cose sono cambiate, come l’asfalto e i cordoli, ma pensiamo di poter stare avanti un po’ ovunque”. E allora, è proprio il caso di dire, vinca il migliore.

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