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Vaccini anti Covid salvacuore, meno rischi miocarditi

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Chi si ammala di Covid-19 ha una probabilita’ molto piu’ alta di incorrere in una miocardite rispetto al rischio che correrebbe vaccinandosi. Inoltre, se ci si vaccina, si dimezza il rischio di andare incontro all’infiammazione del cuore qualora ci si ammalasse di Covid. Sono questi i dati che emergono da un grande studio coordinato dalla University of Oxford e pubblicato sulla rivista Circulation, mentre i principali indici segnano un flessione ma non una totale remissione del Covid che continua a far registrare contagi e decessi. “Abbiamo scoperto che il rischio di miocardite dopo la vaccinazione contro Covid-19 era piuttosto piccolo rispetto al rischio di miocardite dopo l’infezione da SarsCoV2”, ha afferma la prima autrice dello studio, Martina Patone che, con i colleghi, ha preso in esame circa 43 milioni di inglesi dai 13 anni in su. Secondo i dati dello studio, Covid-19 porta in dote un aumento del rischio di miocardite di 11,14 volte nei 28 giorni successivi alla positivita’ al tampone. Il rischio scende a 5,97 volte se si e’ ricevuta almeno una dose di vaccino. Anche con la vaccinazione si registra un aumento del rischio di infiammazione cardiaca, che, tuttavia, e’ di minore entita’ rispetto a quanto avviene dopo l’infezione. Non mancano pero’ le eccezioni; in particolare un importante incremento del rischio e’ stato osservato dopo la seconda dose del vaccino Moderna, specie nei maschi under-40. Il dato, pero’, precisano i ricercatori, potrebbe essere influenzato dalle caratteristiche delle persone che si sono sottoposte a questo vaccino. Erano prevalentemente piu’ giovani rispetto al resto del campione e l’eta’ e’ un fattore di rischio noto per la miocardite. A proposito di vaccini anti-Covid e cuore, un altro studio condotto in Danimarca, che verra’ presentato nei prossimi giorni al congresso annuale dell’European Society of Cardiology, ha mostrato che la vaccinazione con i prodotti a mRNA non peggiora la salute del cuore dei pazienti con insufficienza cardiaca e, anzi, riduce il rischio di morte. “Abbiamo ulteriori conferme che i vaccini sono sicuri anche per le persone con insufficienza cardiaca e che l’infezione Covid-19 e’ piu’ pericolosa per il cuore rispetto alla vaccinazione”, ha detto il presidente della Societa’ Italiana di Cardiologia, Ciro Indolfi. “Basta quindi con i timori che stanno frenando la somministrazione della quarta dose nelle persone per cui e’ raccomandata. Il vaccino anti-Covid e’ ancora la nostra arma migliore contro il virus SarsCov2”. Intanto con 10.418 casi e un tasso di positivita’ al 16,5% resta stabile il numero dei contagi (erano 9.894 una settimana fa). Sono 75, invece, i decessi, in aumento rispetto a 7 giorni fa. Per quel che riguarda la pressione sul servizio sanitario, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) riferisce che nell’arco delle 24 ore la percentuale di posti occupati per Covid nei reparti ordinari e’ stabile al 10% (un anno fa era al 7%). In tre Regioni, pero’, il valore supera la soglia del 15%: Umbria (25%), Calabria (18%) e Liguria (18%). E’ invece stabile al 3% la quota di posti letto nelle terapie intensive occupate da pazienti Covid (un anno fa era al 5%). I tassi piu’ elevati sono in Sardegna (5%), Calabria (6%) e Molise (8%).

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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Casi di Covid ancora in calo, inizia a circolare la variante Xec

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Dopo l’ondata di contagi estiva, anche nell’ultima settimana continua il calo di casi di Covid-19 in Italia. Dal 12 al 18 settembre sono stati 8.490 i nuovi positivi, ovvero circa il 12% in meno rispetto ai 9.670 al periodo dal 5 all’11 settembre. Calano anche i decessi, che sono stati 93 rispetto ai 97 della precedente rilevazione. Stabile il peso sugli ospedali sono stati segnalati anche nel nostro Paese alcuni sequenziamenti della variante Xec, sempre appartenente alla famiglia Omicron. Questi i numeri contenuti nell’ultimo monitoraggio a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e nel bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute. Sono stati 81.586 i tamponi effettuati in 7 giorni, in calo del 6% circa rispetto ai 86.872 della settimana precedente, il tasso di positività passa dall’11% al 10% circa.

La regione con il più elevato numero di casi in assoluto è stata la Lombardia, con 1.951, seguita dal Veneto, con 1.175. Le fasce di età più colpite dall’infezione sono gli over 80 e l’indice di trasmissibilità (Rt) è pari a 0,8 e sostanzialmente stabile. L’incidenza di casi segnalati nel periodo 12-18 settembre è pari a 14 casi per 100.000 abitanti, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata in Veneto (24 casi per 100.000 abitanti). Al 18 settembre l’occupazione dei posti letto in area medica è stabile e pari a 2,9% (1.777 ricoverati). Stabile anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,6% (54 ricoverati).

Quanto alle varianti, i dati preliminari relativi al mese di agosto 2024 evidenziano la co-circolazione di differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale. “Sono stati inoltre identificati – si legge – alcuni sequenziamenti riconducibili al sottolignaggio ricombinante denominato Xec già segnalato in alcuni Paesi europei”. Quest’ultima, apparsa per la prima volta in Germania a fine giugno si è diffusa rapidamente in Europa, Nord America e Asia. I sintomi sono considerati lievi e i nuovi vaccini efficaci.

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