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Ambiente

Scoperto il fossile del più antico animale predatore

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Scoperto il fossile del piu’ antico animale predatore conosciuto finora: vissuto 560 milioni di anni fa, era un lontano parente di coralli e meduse, aveva una lunghezza di circa 20 centimetri e per il suo particolare aspetto simile a una torcia accesa e’ stato denominato Auroralumina attenboroughii (‘Auroralumina’ in latino significa ‘lanterna dell’alba’, mentre ‘attenboroughii’ e’ una dedica al naturalista e divulgatore britannico David Attenborough). Il suo identikit e’ pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution. Il fossile e’ stato rinvenuto nella foresta di Charnwood, vicino a Leicester, e per la sua singolare forma ha subito colpito i ricercatori della British Geological Society. “Non assomiglia a nient’altro che abbiamo trovato nei record fossili risalenti a quel periodo”, afferma il paleontologo Frankie Dunn del Museo di storia naturale dell’Universita’ di Oxford. “La maggior parte degli altri fossili ha una struttura corporea ormai estinta e non e’ chiaro come sia collegato agli animali viventi. Questo invece ha chiaramente uno scheletro, con tentacoli fitti che agitava nell’acqua per catturare il cibo di passaggio, proprio come fanno ancora oggi i coralli e gli anemoni di mare”. “E’ la prima creatura dotata di scheletro che conosciamo”, sottolinea Dunn. “Finora ne abbiamo trovato solo un esemplare, ma e’ estremamente eccitante sapere che devono essercene altri la’ fuori, che detengono la chiave di quando e’ iniziata la vita complessa sulla Terra”. Le dimensioni relativamente grandi di Auroralumina attenboroughii (rispetto a quelle di altri suoi ‘parenti’ noti) lasciano supporre che il ciclo vitale dell’animale fosse privo dello stadio di medusa, in grado di nuotare liberamente. L’antico predatore poteva dunque essere un animale sessile, sempre fermo sul substrato dove cresce, proprio come i moderni anemoni di mare.

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Ambiente

In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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