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Riparte il negoziato tra Russia e Ucraina: al tavolo c’è anche Abramovich

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Le delegazioni di Russia e Ucraina hanno iniziato i colloqui a Istanbul, con la partecipazione del presidente turco Tayyip Recep Erdogan. Prima dell’inizio dei colloqui Erdogan si e’ rivolto ai negoziatori con un breve discorso, dicendo che sia il presidente ucraino Zelensky sia il presidente russo Putin sono “amici preziosi”, e che progressi nei negoziati aprirebbero la strada all’incontro tra i leader che la Turchia potrebbe ospitare, si legge sulla Bbc. Erdogan ha anche detto che una “pace giusta” non avra’ un perdente e che la continuazione del conflitto non giova a nessuno. Roman Abramovich ha assistito al discorso di Erdogan, fa sapere la giornalista del quotidiano turco Hurriyet Nalan Kocak, condividendo una fotografia del miliardario russo seduto tra funzionari turchi. Nelle immagini trasmesse dai media turchi, si vede Abramovich che non e’ seduto al tavolo principale delle delegazioni russa e ucraina, ma di lato accanto a Ibrahim Kalin, un portavoce del presidente Erdogan, e indossa cuffie per la traduzione. La presenza di Abramovich – sottolinea la Bbc – suggerisce che e’ ancora coinvolto a qualche livello nei tentativi di mediazione. Le delegazioni russa e ucraina sono state accolte al palazzo Dolmabahce, sede dell’ufficio del presidente Erdogan sulle rive del Bosforo, i negoziatori sono seduti a un lungo tavolo coperto di bianco, uno di fronte all’altro. La ripresa dei colloqui, dopo due settimane di sostanziale stallo, avviene mentre la tensione resta alta sia sul terreno che a livello diplomatico. “Gli ucraini pagano con la vita le sanzioni ‘deboli'”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video definendo “passive” le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia. “Non ci dovrebbero essere pacchetti di sanzioni ‘sospese’, ossia se le truppe russe fanno qualcosa, allora ci sara’ qualche risposta – ha aggiunto -, ci sono ora molti accenni e avvertimenti che le sanzioni saranno inasprite, come con un embargo sulle forniture di petrolio russo in Europa, se la Russia usera’ armi chimiche. Semplicemente, non ci sono parole”. L’Ucraina ha annunciato la ripresa delle evacuazioni di civili attraverso tre corridoi umanitari, anche dalla citta’ assediata di Mariupol, dopo un giorno di sospensione a causa dei timori di “provocazioni” russe. “Tre corridoi umanitari sono stati approvati per oggi”, ha detto il vice primo ministro ucraino Iryna Verechtchuk in un video pubblicato su Telegram. Questa mattina l’esercito russo e’ tornato ad attaccare la citta’ di Mykolaiv, a poco piu’ di 100 chilometri a est di Odessa. Lo riporta il servizio statale di emergenza ucraino, spiegando che i missili russi hanno colpito un edificio amministrativo regionale di nove piani, “distruggendo” la sua parte centrale. Si e’ successivamente appreso che l’edificio amministrativo sventrato e’ il Palazzo della Regione, sede del governo dell’omonimo Oblast. “Invito tutti gli Stati a criminalizzare l’uso del simbolo ‘Z’ come un modo per sostenere pubblicamente la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. ‘Z’ significa crimini di guerra russi, citta’ bombardate, migliaia di ucraini assassinati. Il sostegno pubblico a questa barbarie deve essere proibito”: lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. La Russia “non fara’ beneficienza”, fornendo all’estero gas gratuito: “Niente pagamenti, niente gas”: lo ha confermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax, in un’intervista all’emittente Usa Pbs, in cui ribadisce un concetto espresso gia’ ieri. “Sicuramente non faremo beneficienza e non invieremo gas gratis all’Europa occidentale”, ha detto Peskov, commentando il rifiuto dei Paesi occidentali di pagare il gas in rubli. “Appena avremo (su questo punto) una decisione finale, vedremo che si puo’ fare”, ha detto il portavoce. “I soldati russi stanno andando in giro su veicoli blindati nella ‘foresta rossa’, altamente tossica, che circonda il sito della centrale nucleare di Chernobyl senza protezione dalle radiazioni, sollevando nuvole di polvere radioattiva”. Lo hanno riferito i lavoratori del sito, citati dall’Independent, definendo l’atto “suicida” per i soldati. Il mese scorso, l’ispettorato nucleare statale dell’Ucraina aveva confermato un aumento dei livelli di radiazioni a Chernobyl a causa di veicoli militari pesanti che passavano sul suolo contaminato. Il Giappone ha deciso che imporra’ nuove sanzioni contro la Russia a partire dal cinque aprile: lo ha annunciato il ministero dell’Economia di Tokyo. La misura vieta tra l’altro l’esportazione di auto di lusso, gioielli, opere d’arte, motociclette, liquori, cosmetici e articoli di moda.

Roman Abramovich ha assistito al discorso del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che poco fa ha accolto le delegazioni di Russia e Ucraina oggi a Istanbul per colloqui. Lo fa sapere la giornalista del quotidiano turco Hurriyet Nalan Kocak condividendo una fotografia del miliardario russo seduto tra funzionari turchi durante il discorso del presidente turco.  Nelle immagini trasmesse dai media turchi, si vede Abramovich che non e’ seduto al tavolo principale delle delegazioni russa e ucraina, ma di lato accanto a Ibrahim Kalin, un portavoce del presidente Erdogan, e indossa cuffie per la traduzione. Lo riporta la Bbc. Kalin avrebbe aiutato a coordinare gli incontri tra l’oligarca russo e un membro della delegazione ucraina in un hotel di Istanbul. La presenza di Abramovich – sottolinea la Bbc – suggerisce che e’ ancora coinvolto a qualche livello nei tentativi di mediazione.

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Il Partito di Dio schiera sul campo i razzi Fadi

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Nella “risposta iniziale” agli attacchi dei walkie-talkie e cercapersone dei suoi miliziani nei giorni scorsi, Hezbollah ha deciso di schierare per la prima volta sul campo i razzi Fadi-1 e Fadi-2, due nuove armi dalla gittata maggiore rispetto ai Katyusha finora utilizzati nei suoi raid, con l’obiettivo di colpire più in profondità i territori dello Stato ebraico. Secondo quanto riferito dai media libanesi affiliati al Partito di Dio, il Fadi-1 deriva dal missile iraniano Kheibar M220, viene fabbricato in Siria e ha un calibro di 220 mm con gittata di 80 chilometri. Il Fadi-2 si basa invece sul Kheibar M302, con un calibro di 302 mm e una gittata di 105 chilometri.

Quest’ultimo razzo è apparso per la prima volta in un video di propaganda del gruppo pubblicato circa un mese fa, che mostrava la struttura di tunnel ‘Imad’ dal quale si ritiene siano stati lanciati gli ultimi raid contro Israele. Il filmato aveva scatenato speculazioni sul fatto che una struttura sotterranea così sofisticata e ben fatta potesse trovarsi davvero sotto le montagne libanesi o altrove nella regione.

Secondo fonti citate da Al Mayadeen, “è la prima volta che i razzi Fadi-1 e Fadi-2 vengono utilizzati dall’8 ottobre”, quando sono iniziati i combattimenti sul fronte settentrionale israeliano. E vanno ad aggiungersi a un arsenale stimato in oltre 200mila elementi tra razzi e missili e tre volte maggiore di quello di Hamas a Gaza.

In particolare, gli Hezbollah dispongono di migliaia di proiettili di artiglieria e razzi di corta gittata (Falaq 1 e 2, Shahin, Katyusha, Fajr 3) in grado di raggiungere l’Alta Galilea e di colpire fino a 40 km in territorio israeliano dal sud del Libano. Il Partito di Dio è anche in possesso di missili di media gittata Fajr 5, Kheibar 1, M303, Zilzal 1 che possono raggiungere il Lago di Tiberiade, la Cisgiordania, Tel Aviv, Ashdod e anche Gaza. A questi si aggiungono i missili di lunga gittata Fateh 110 e Scud C – tra i 260 e 500 km – in grado di raggiungere il confine col Sinai, oltre a duemila droni e centinaia tra missili anti-nave (C802, Yakhont) di lunga gittata (200-300 km).

L’arsenale di Hezbollah si completa con migliaia di missili antiaerei Sam e i razzi anti-carro teleguidati. L’Idf ha riferito che tra venerdì e sabato mattina, circa 150 razzi, missili da crociera e droni sono stati lanciati contro Israele: mentre infatti Hezbollah si affidava ai nuovi razzi Fadi per la sua rappresaglia, ha trovato man forte nei gruppi armati filo-iraniani in Iraq, che contemporaneamente hanno lanciato Uav e missili contro gli insediamenti dello Stato ebraico. In particolare, la Resistenza Islamica in Iraq (Iri) ha riferito di aver usato per i suoi attacchi i missili da crociera Al-Arqab, che secondo la Difesa Usa derivano dagli iraniani Paveh 351. Per quanto riguarda i droni, i gruppi iracheni utilizzano gli Shahed di fabbricazione iraniana.

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Abusi su bambini in case d’accoglienza, 355 arresti in Malesia

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La polizia malese ha annunciato l’arresto di 355 persone nell’ambito di un’inchiesta su centinaia di casi di bambini vittime di aggressioni fisiche e sessuali in case d’accoglienza in Malesia. L’ispettore generale della polizia, Razarudin Husain, ha spiegato che i sospetti sono stati fermati nel corso di un’operazione contro membri il gruppo Global Ikhwan Services and Business (Gisb) che gestisce le case e accusato di avere legami con la setta islamica Al-Arqam bandita dalle autorità nel 1994.

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Esercito Israele in sede Al Jazeera Ramallah, stop 45 giorni

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Militari dell’esercito israeliano hanno fatto irruzione nella sede di Ramallah di Al Jazeera per notificare la chiusura per 45 giorni. L’ingresso dei militari negli uffici della Cisgiordania è stato testimoniato in diretta dalla stessa emittente qatariota.

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