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Cronache

Bombe di camorra per terrorizzare la brava gente di Frattaminore, lo Stato intervenga

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C’era una volta un paese, piccolo, povero, contadino, sereno, dove la gente, povera, serena, contadina, si conosceva, si chiamava per nome, si voleva bene. Dove nessuno – nemmeno nei momenti di più profondo abbandono – si è mai sentito solo. Un paese senza pretese, dove i bambini giocavano per strada, senza lamentarsi per la mancanza di strutture e di giocattoli.

In questo piccolo paese – Frattaminore – sono venuto al mondo, ho imparato a leggere, a scrivere, a lavorare, a pregare, a rispettare gli altri. In questo paese, in un piovoso giorno di una primavera che tardava ad arrivare, sono diventato prete.

Qui, a pochi passi da Caivano, la cittadina in cui sono parroco, vivono i miei fratelli, tanti miei cugini, nipoti e cari amici. In questo piccolo centro, alle porte di Napoli, torno la sera, nelle due stanzette in pietra di tufo, che ancora trasudano fatica e sangue dei miei trapassati genitori.

In questo comune della città metropolitana di Napoli, i miei concittadini ed io siamo stati, anche questa notte – ieri per chi legge – svegliati dal boato di una bomba. L’ennesima bomba esplosa nel giro di pochi giorni. Nonostante il moltiplicarsi dei controlli, della presenza massiccia delle forze dell’ordine, della preoccupata attenzione del sindaco e degli amministratori comunali.

Bombe in Italia in tempo di pace!

Piazzate non da sconosciute potenze straniere ma da delinquenti nostrani che, comodamente appollaiati sulle nostre spalle, vogliono vivere a sbafo. Sanguisughe spietate, iene affamate, sciacalli sempre in cerca di prede da scannare, di sangue da succhiare.

E anche stamattina il sole, felicemente ignaro di tanta stupida e ottusa umanità, è sceso a salutarci con la sua calda luce. Anche stamattina i genitori, spaventati, manderanno i loro bambini a scuola.

Ma perché le bombe? Chi le mette? Per quale motivo? E lo Stato? Dove sta lo Stato? Come sempre la chiave di lettura di questi orribili fatti è talmente banale da risultare noiosa.

La camorra, che tanti vorrebbero morta e sepolta – un fenomeno del passato -, gode invece ottima salute e, come sempre, continua a fare i suoi sporchi affari sotto gli occhi di tutti.

Ucciso un capo se ne fa un altro. E con il nuovo, cambiano gli assetti, i collaboratori, le strategie, le alleanze. Ogni nuovo capo vuole affrancarsi da quello vecchio. Il delirio di onnipotenza che lo consuma, lo convince che nessuno, prima di lui, ha avuto la sua grinta, il suo coraggio, la sua malefica intelligenza.

Vuole il piedistallo, i soldi, il potere. Vuole essere ricordato. La vanità non lascia in pace nemmeno i criminali. Eccolo, quindi, pronto a reclutare nuova manovalanza per farne carne da macello; eccolo pronto a mettere le proprie bandierine sui territori altrui. Fin qui comando io, quel marciapiede fino alla rotonda appartiene a me. E guai a non sottostare ai patti. Intesi?

Coloro che non hanno alcun rispetto delle regole del vivere civile diventano spietati con chi non rispetta poi le leggi da loro imposte. E passano all’attacco.

A Frattaminore, quindi, sta accadendo qualcosa del genere. Le bombe ci dicono che due o più clan fino a ieri amici hanno litigato? Che qualche ingenuo aspirante capo-camorrista ha fatto il passo più lungo della gamba? Ma chi sono e da dove vengono i bombaroli?

Una sola cosa è certa. In questi primi mesi dell’anno 2022, in un piccolo paese europeo, centinaia di famiglie vivono nel terrore. La camorra spietata ha imboccato una strada spaventosa. I nostri bambini sono in pericolo, i loro genitori e i loro nonni, annichiliti e depressi.

Le bombe, che fino a oggi non hanno fatto vittime innocenti, domani potrebbero farci piangere lacrime di sangue. La Campania, l’Italia, l’Europa devono correre a Frattaminore per estirpare questo cancro maledetto e ridare alle famiglie la serenità che questi loschi figuri sta rubando loro.

Devono farci assaporare l’orgoglio di essere napoletani, italiani, europei. È semplicemente vergognoso che in un antico paesello, da sempre abitato da gente buona e laboriosa, tanti genitori devono vivere nel terrore di vedere saltare, insieme alla bomba infame, anche i loro adirati figli.

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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