Ospedali sempre piu’ saturi di pazienti con Covid-19 e oltre 20.000 contagiati tra il personale sanitario solo negli ultimi trenta giorni. Tra “organici gia’ ridotti al lumicino, falcidiati dai contagi al punto da rendere problematica la copertura dei turni di lavoro, i medici non ce la fanno piu'”, denunciano i sindacati. Per evitare il rischio di una “Caporetto sanitaria”, mettono in guardia “servono misure straordinarie urgenti”, come ‘arruolare’ specializzandi per fare i tamponi e i vaccini. Sale al 15,4%, in base al monitoraggio settimanale del Ministero della Salute, la percentuale dei posti in terapia intensiva occupato da pazienti Covid, mentre il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari arriva al 21,6%. Di pari passo ai contagi nella popolazione, salgono quelli tra gli operatori sanitari: negli ultimi 30 giorni, sono stati 20.179 quelli infettati, secondo i dati della Sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanita’. Ci sono stati “oltre 6.000 operatori sanitari sono stati infettati in sole 72 ore, di cui oltre 5mila infermieri”, denuncia il sindacato degli infermieri Nursing Up. Un problema, secondo il presidente Antonio De Palma, dovuto anche a un “fallace sistema degli screening”, ovvero alla mancata continuita’ e frequenza nell’effettuare tamponi. Il preoccupante aumento del personale sanitario contagiato riguarda anche chi fa servizio a bordo delle ambulanze. “La Lombardia – spiega Elio Di Leo, delegato nazionale area emergenza della Confederazione delle Misericordie – sembra essere la regione con piu’ criticita’, con punte del 20% di soccorritori contagiati per la nostra associazione. Questo implica un impegno ancora maggiore per i non contagiati a coprire i turni. In altre regioni la situazione ad ora non e’ critica, ma desta molta preoccupazione vista la crescita dei contagi”. In questa fase emergenziale, gli ospedali, spiega il presidente della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) Giovanni Migliore, “sono costretti a rimodulare l’assistenza, riconvertendo ai percorsi Covid anche risorse e posti letto destinati ad altro” ma le criticita’ “saranno risolte con l’attivazione dei piani di intervento da parte di tutte le aziende sanitarie secondo le indicazioni regionali”. L’enorme capacita’ infettiva di Omicron, e’ l’allarme dell’Anaao Assomed, il maggiore sindacato dei medici ospedalieri, “sta facendo ricadere sui pronto soccorso e terapie intensive un numero enorme di accessi, che il sistema sanitario ha serie difficolta a gestire”. Le aziende sanitarie “hanno gia’ avviato la riconversione di interi reparti e interrotto attivita’ ambulatoriali e chirurgiche di elezione, revocato ferie e permessi a un personale” che e’ “in pieno burnout psichico e fisico, demoralizzato dopo due anni di superlavoro, esposto ad aggressioni, malpagato e con carichi di lavoro massacranti”. Il peso del Covid sulle strutture sanitarie potrebbe essere persino di “gran lunga superiore rispetto a quanto dichiarato ufficialmente”. “Ci sono almeno 750 pazienti ‘fantasma’ affetti da Covid negli ospedali italiani – afferma Alessandro Vergallo, presidente Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi-Emac) – che non compaiono perche’ fuori dai conteggi ufficiali dei ricoveri”. Si tratta “dei pazienti in osservazione, fino a 72 ore, nelle Osservazioni brevi intensive dei Pronto soccorso, che non figurano nei conteggi e sono dunque pazienti ‘fantasma’”. Questa situazione, sottolinea il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, “comporta che tutto cio’ che non e’ Covid purtroppo viene accumulato, ritardato, posticipato”. A fronte di questo, precisa il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, “l’ultimo provvedimento preso dal governo e’ indispensabile per alleggerire la pressione sugli ospedali” perche’ “abbiamo una platea di 5 milioni di non vaccinati”. Cinque, quindi, le misure nel piano d’emergenza proposto dai medici Anaao: coinvolgimento dei 50.000 medici in formazione specialistica nel fare vaccini e tamponi, permanenza volontaria dei sanitari pensionabili, reclutamento di medici privi della cittadinanza italiana, riconoscimento delle indennita’ e maggior coinvolgimento della sanita’ privata.