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Cronache

In casa 2 mesi con la madre morta: non volevo lasciarla

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 “Mamma non è in casa, è uscita a fare la spesa”: era questa la frase che Roberto Silvestri, 77 anni, impiegato in pensione continuava a dire a amici e parenti che chiedevano di sua mamma Angela, 93 anni. “Mamma non c’e’, e’ andata a messa” o “e’ con le amiche” erano le varianti. L’importante era far sapere che mamma Angela non si trovava nel piccolo appartamento di Sampierdarena, nella estrema periferia di Genova. A scoprire la terribile verita’ e’ stato il caso o, se si vuole, l’istinto dell’amministratore di sostegno dell’anziana donna che dopo un mese di tentativi andati a vuoto perche’ Angela Tornato era “sempre a fare la spesa”, ha deciso di presentarsi a casa. Quando Roberto Silvestri si e’ rifiutato di aprirgli la porta perche’ “mamma e’ a fare la spesa”, l’avvocato ha chiamato i carabinieri. Silvestri non ha voluto aprire la porta nemmeno ai militari. Cosi’ ci hanno pensato i vigili del fuoco a sfondare la porta. E mentre Roberto Silvestri si affannava a dire che la mamma “e’ uscita, non so piu’ come dirvelo” i carabinieri hanno scoperto, nella camera da letto dell’anziana, il corpo mummificato di Angela martirizzato dagli insetti. Il cadavere era sul letto, coperto da un pigiama, composto. Era evidente che fosse li’ da tanto, tanto tempo. I carabinieri hanno chiamato subito il magistrato e il medico legale che, una volta arrivato sul posto, ha effettuato una prima ricognizione del cadavere. La prima analisi parla di un decesso avvenuto probabilmente a ottobre, forse anche prima, ma non paiono esserci ferite o lesioni compatibile con una morte violenta anche se lo stato del cadavere non ha consentito valutazioni certe. Dovra’ essere l’autopsia, disposta dal magistrato di turno, a accertarsene. Ora gli inquirenti devono capire se Roberto Silvestri ha taciuto la morte della madre per mero calcolo o soltanto per disperazione. Le sue prime parole, interrogato dai carabinieri, sono state “non volevo lasciarla, era un modo per averla sempre vicina”. Adesso la mamma gliel’hanno portata via e l’uomo, sotto choc, e’ stato ricoverato all’ospedale. La salma mummificata, sotto sequestro, verra’ sottoposta a un’autopsia. L’esame dovra’ accertare le vere cause della morte. In piu’ verranno avviati accertamenti specifici per cercare di capire se la decisione di non avvertire nessuno della morta della madre sia stata una decisione dettata da altro, rispetto a un sentimento di disperazione. Al momento Roberto Silvestri non risulta indagato ma non e’ escluso che la procura possa ipotizzare il reato di occultamento di cadavere.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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