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Corona Virus

Variante omicron, massima contagiosità ma minore letalità grazie ai vaccini: l’analisi del professor Giordano

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La variante Omicron con i suoi alti indici di trasmissibilità si sta diffondendo ad una velocità maggiore rispetto alla variante Delta e ai precedenti ceppi di infezione e ciò desta non poche preoccupazioni circa la necessità di adottare nuove restrizioni in tutto il mondo.

Il tracciamento dei contagi è saltato un po’ ovunque anche per la capacità di questa variante di eludere sia la protezione vaccinale sia di reinfettare chi aveva già contratto la malattia, con tempi di incubazione ancora incerti. Secondo le segnalazioni delle ultime settimane, tuttavia, i sintomi relativi alla infezione da Omicron risultano essere più lievi rispetto alla precedente variante Delta.

Antonio Giordano. Oncologo di chiara fama, professore universitario a Siena e direttore dello Sbarro Institute presso la Temple University di Filadelfia

Si presenta con cefalea, congestione, mal di gola, in taluni casi del tutto simili a stati influenzali e febbrili stagionali, che non destano particolare allarme. Resta tuttavia una infezione pericolosa per le persone immunodepresse, per gli anziani o per i soggetti con patologie croniche che devono attenersi scrupolosamente ai protocolli ed osservare cautele particolari.

Il presidente degli USA, Joe Biden, nei giorni scorsi, ha parlato di “stato di allarme, ma non di panico”, ribadendo la necessità di vaccinarsi per uscire dalla pandemia. Il New York Times ha pubblicato una notizia assai confortante circa il rischio inferiore di ricorso a terapia intensiva per chi si contagia (del 15/17%) rispetto alla variante Delta. In Italia la variante Omicron rappresenta il 28% dei casi con un numero che tenderebbe a raddoppiare ogni 2 gg. Le festività natalizie, secondo un report dell’ISS del 23 dicembre scorso, hanno visto impegnato il governo nella formulazione di nuove indicazioni per contrastare l’avanzata del virus. La misura della certificazione verde, che ha visto l’introduzione del Green pass “rafforzato” dal 6 dicembre scorso, introdotta con decreto, ha previsto la necessità di esibirlo per lo svolgimento delle attività ricreative come: eventi pubblici, cinema, ristoranti, stadi, teatri, palestre, piscine, sale da gioco, mentre resta il Green pass di “base”, che si ottiene con doppia vaccinazione o con tampone molecolare o antigenico negativo nelle 48 ore precedenti, per viaggi, alberghi, lavoro ( per le categorie non obbligate alla vaccinazione).

In questi giorni, l’orientamento degli scienziati va verso una “nuova forma di convivenza” col virus, che è tuttora al vaglio, volta all’isolamento dei soli positivi, con modifiche delle quarantene, limitate ai soli contatti stretti positivi. Ciò per l’enorme diffusione dell’infezione che pregiudicherebbe i servizi essenziali qualora le restrizioni rimanessero quelle adottate in precedenza.

Il mondo scientifico valuta il da farsi e sta ancora studiando il virus, ma molte indicazioni portano a supporre che esso tenda a divenire endemico e grave solo marginalmente, per quanto riguarda la variante Omicron tuttora in ascesa, necessitando tuttavia di massima attenzione per i soggetti fragili. Il ricorso al vaccino, l’utilizzo dei presidi anche all’aperto, il distanziamento sociale, restano armi potenti di contrasto, come l’assunzione di vitamina D3, che da numerosi studi pare attenui l’aggressività del virus e che mantiene la sua efficacia malgrado le mutazioni.

Una buona notizia arriva dal Sudafrica, primo paese che ha isolato Omicron, dove le restrizioni sono state allentate e la convivenza col virus non causa particolari problemi alla popolazione. Ciò ci offre un segnale positivo e incoraggiante circa la fine della pandemia.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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