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“Allungare vacanze inutile”, presidi contro proposta

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Alla vigilia della chiusura ufficiale delle scuole per le vacanze natalizie fa discutere l’idea di poter prolungare il periodo di assenza dai banchi. A proporlo era stato ieri l’ex direttore di reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco Massimo Galli spiegando: “Non voglio tirarmi addosso un’iradiddio di critiche pero’, francamente, ci sara’ da pensare eventualmente a una procrastinazione delle vacanze se le cose vanno male o malissimo”. Sul piede di guerra i presidi che non ci stanno all’ipotesi di un ritorno alla dad, seppure per un breve periodo. “Sono dell’idea che ‘allungare’ le vacanze di Natale per gli studenti, prevedendo tipo 7 giorni di Dad, sia una scelta poco efficace – ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi -. A mio modo di vedere la via maestra resta quella delle vaccinazioni. Nella fascia di eta’ compresa tra i 16 e i 19 anni siamo gia’ all’80%, ora pero’ bisogna spingere sull’acceleratore per gli under 16”. Sulla stessa linea il presidente dell’Anp Lazio, Mario Rusconi. “Ancora una volta mi sembra che la scorciatoria sia di scaricare sulla scuola problemi molto piu’ ampi – ha sottolineato -. Io penso che tutte le misure per contrastare il virus vadano pienamente organizzate all’esterno delle scuole perche’ all’interno tutte misure di sicurezza vengono rispettate. Non e’ dalla scuola che parte il contagio”. E anche l’assessore regionale alla Sanita’ del Lazio, Alessio D’Amato, pensa non sia la soluzione giusta per far fronte ai contagi. “Piu’ che allungare le vacanze dobbiamo correre con le vaccinazioni – ha detto -. Anche gli effetti di una mancata presenza scolastica ha degli effetti sul benessere psicofisico dei ragazzi. Dobbiamo metterli in sicurezza vaccinandoli. La strada maestra e’ quella dei vaccini”. L’assessore non esclude la possibilita’ nel Lazio di fare tamponi gratuiti agli studenti al rientro. “Credo sia una misura opportuna e sui cui lavoreremo. E’ un’ottima idea”. Intanto il sottosegretario alla Salute, Piepaolo Sileri spiega che “nulla e’ deciso. Decideremo tra una settimana sulla ripresa della scuola, dipendera’ dal picco della variante Omicron. Solo nel caso di una impennata simile a quella attualmente in corso in Gran Bretagna, potrebbero essere valutate misure ulteriori ma al momento – conclude Sileri – non siamo assolutamente in questa condizione”. E sempre in tema di scuola e studenti ci sara’ da tener conto anche delle posizioni contrarie all’idea del green pass per gli studenti. Come il presidente della Conferenza Regioni, Fedriga che sottolinea di essere “molto contrario al Green pass obbligatorio per gli studenti: rischiamo di andare in una situazione nella quale la misura diventerebbe incomprensibile ai cittadini”. E la proposta, lanciata da circa 200 sindaci, di introdurre l’obbligo di Green pass anche per gli alunni delle scuole primarie e secondarie – in linea con quanto stabilito per l’universita’ a settembre – sembra essere accolta con favore dai destinatari dell’eventuale provvedimento: 3 studenti su 4 dicono si’ secondo un sondaggio di Skuola.net. Intanto da nord a sud in diverse realta’ le lezioni in presenza sono state interrotte in anticipo. Ad Anzio, comune sul litorale vicino Roma, nei giorni scorsi il sindaco Candido De Angelis ha firmato un’ordinanza con cui disposto la dad dal 18 al 22 dicembre per le scuole di ogni ordine e grado “con l’obiettivo di ripartire in sicurezza lunedi’ 10 gennaio”. Sulla stessa scia le ordinanze di ieri dei sindaci di Imperia e Sanremo. Mentre a Codogno, comune simbolo della prima ondata della pandemia, la preside dell’Istituto comprensivo ha deciso di chiudere completamente tutti i 7 plessi di tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La decisione e’ stata presa dopo l’aumento rapido dei casi positivi. Oggi e domani, dunque, didattica a distanza per gli studenti.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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Casi di Covid ancora in calo, inizia a circolare la variante Xec

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Dopo l’ondata di contagi estiva, anche nell’ultima settimana continua il calo di casi di Covid-19 in Italia. Dal 12 al 18 settembre sono stati 8.490 i nuovi positivi, ovvero circa il 12% in meno rispetto ai 9.670 al periodo dal 5 all’11 settembre. Calano anche i decessi, che sono stati 93 rispetto ai 97 della precedente rilevazione. Stabile il peso sugli ospedali sono stati segnalati anche nel nostro Paese alcuni sequenziamenti della variante Xec, sempre appartenente alla famiglia Omicron. Questi i numeri contenuti nell’ultimo monitoraggio a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e nel bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute. Sono stati 81.586 i tamponi effettuati in 7 giorni, in calo del 6% circa rispetto ai 86.872 della settimana precedente, il tasso di positività passa dall’11% al 10% circa.

La regione con il più elevato numero di casi in assoluto è stata la Lombardia, con 1.951, seguita dal Veneto, con 1.175. Le fasce di età più colpite dall’infezione sono gli over 80 e l’indice di trasmissibilità (Rt) è pari a 0,8 e sostanzialmente stabile. L’incidenza di casi segnalati nel periodo 12-18 settembre è pari a 14 casi per 100.000 abitanti, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata in Veneto (24 casi per 100.000 abitanti). Al 18 settembre l’occupazione dei posti letto in area medica è stabile e pari a 2,9% (1.777 ricoverati). Stabile anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,6% (54 ricoverati).

Quanto alle varianti, i dati preliminari relativi al mese di agosto 2024 evidenziano la co-circolazione di differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale. “Sono stati inoltre identificati – si legge – alcuni sequenziamenti riconducibili al sottolignaggio ricombinante denominato Xec già segnalato in alcuni Paesi europei”. Quest’ultima, apparsa per la prima volta in Germania a fine giugno si è diffusa rapidamente in Europa, Nord America e Asia. I sintomi sono considerati lievi e i nuovi vaccini efficaci.

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