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Covid, 20.497 casi e 118 morti: mai così tanti in questa 4/a ondata

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In ventiquattro ore 20.497 nuovi contagi e 118 vittime per Covid-19. Sono i numeri piu’ alti registrati finora in questa quarta ondata epidemica, mentre gli indicatori continuano a peggiorare: l’incidenza ha toccato quota 176 casi per 100mila abitanti, l’indice di trasmissibilita’ e’ stabile a 1,18 e le terapie intensive sono in sofferenza in un numero crescente di Regioni. Il quadro epidemiologico in Italia si aggrava, sia pure in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, e anche la Calabria passa da lunedi’ in zona gialla, dopo il Friuli Venezia Giulia e l’Alto Adige, mentre il governatore ligure Giovanni Toti dichiara di “non illudersi sulla possibilita’ di restare in zona bianca per il periodo natalizio”. I dati giornalieri del bollettino del ministero della Salute segnano dunque un record negativo che da tempo non si registrava: nel nostro Paese non si toccavano infatti i ventimila contagi dal 3 aprile scorso, quando si registrarono 21.261 positivi. Per quanto riguarda invece i morti, che oggi sono stati 118, bisogna risalire al 28 maggio, quando furono registrati 126 decessi. Il tasso di positivita’ e’ al 2,86%, in calo rispetto al 4% di ieri. Sono invece 816 i pazienti in terapia intensiva, cinque in piu’ rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 6.483 (+150 in un giorno). Su base settimanale, il monitoraggio della Cabina di regia non restituisce una fotografia migliore. Aumentano infatti i ricoveri, con il tasso nazionale di occupazione in terapia intensiva che arriva all’8,5% ed il tasso di occupazione in aree mediche che sale al 10,6%. Sette Regioni hanno superato la soglia di allerta del 10% per i posti letto occupati in rianimazione per Covid e tutta l’Italia – tranne il Molise – si classifica a rischio moderato, con 5 regioni che hanno pero’ un’alta probabilita’ di passare a rischio alto (sono Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Marche e Veneto). Un quadro complesso, insomma, che per la settima settimana consecutiva vede un aumento generalizzato dei nuovi casi e che richiede di spingere ulteriormente sulla campagna vaccinale, come avverte il ministro della Salute Roberto Speranza. “Siamo ancora in una fase non facile, e questa nuova ondata di Covid, molto seria e consistente – ha sottolineato – sta toccando molto significativamente l’Europa e anche in Italia c’e’ una oggettiva crescita dei nuovi contagi, anche se siamo ancora uno dei Paesi con un quadro epidemiologico migliore: cio’ grazie alla campagna di vaccinazione che e’ la leva primaria. Dobbiamo avere fiducia nella scienza”. E se il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), con dati al 5 dicembre, classifica l’Italia come l’unico Paese europeo in cui la diffusione dei contagi desta “scarse preoccupazioni”, il presidente dell’Istituto superiore di sanita’, Silvio Brusaferro, evidenzia tuttavia come nelle ultime settimane ci sia stato un trend di crescita dell’epidemia, sebbene “piu’ in ritardo rispetto agli altri Paesi europei”. Piu’ colpite dal virus le fasce di eta’ piu’ giovani sotto i 20 anni e tra i 30 e 49 anni. E se tra 0 e 19 anni “i ricoveri sono piu’ contenuti, sono comunque presenti”, ha ammonito il presidente Iss. Data l’attuale situazione epidemiologica e la circolazione di varianti emergenti – con la nuova variante Omicron che ad oggi fa registrare 26 casi segnalati in Italia e la Delta che resta dominante nel nostro Paese – la priorita’ e’ dunque accelerare con le terze dosi vaccinali ma anche essere prudenti. Lo dice chiaramente Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute: “E’ importante continuare a mantenere dei comportamenti di cautela, rafforzare le misure di quarantena nei contatti stretti dei casi e soprattutto accelerare la campagna vaccinale con la dose di richiamo”. D’obbligo, conclude Brusaferro, resta inoltre l’uso delle mascherine in tutte le situazioni di assembramento, il distanziamento ed il lavaggio frequente delle mani.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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