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Cronache

Vigilessa uccisa: su YouTube i depistaggi della figlia

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Mentre la Procura di Brescia indagava sulla morte di Laura Ziliani, una delle figlie – oggi in carcere – della donna scriveva su YouTube e commentava le trasmissioni Rai che parlavano della scomparsa dell’ex vigilessa di Temu’. Stando a quanto racconta il Giornale di Brescia, tra il 22 luglio e il 20 agosto, Silvia Zani, arrestata pochi giorni fa con la sorella Paola e il fidanzato Mirto Milani, ha pubblicato lunghi messaggi. Spesso parlando in terza persona e chiamando la madre “Laura”. Commentando la trasmissione ‘Estate in diretta’ del 22 luglio scrisse: “Forse mia madre non e’ piu’ in vita, ma con lei da quella casa e’ uscito per non tornare piu’ anche il futuro di una famiglia, la mia famiglia, fragile, discreta, ma resiliente, che non si e’ mai sgretolata, che e’ sempre rimasta forte nonostante tutto, ma che adesso non esiste piu'”. “Vorrei che fossi qui con me: non riesco – scriveva – a vivere senza di te, tu che hai sempre creduto in me, in noi. Spero che questo mistero venga svelato, spero di rivederti ancora, se no penso che ti raggiungero’ presto”. In altri messaggi ad agosto commentava le indagini: “La tisana e’ una fake news”. E ancora: “Il problema e’ che in questo modo si suggestionano le persone e si mette pressione sulla procura, che sotto stress potrebbe lavorare con piu’ difficolta’ e meno calma”.

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Cronache

Maxi sequestro di armi e droga in Calabria, 6 arresti

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I Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno portato a termine un’importante operazione contro la detenzione abusiva di armi e il traffico di droga. Grazie alla collaborazione tra la Stazione dei Carabinieri di Saline di Montebello Jonico e lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, è stato sequestrato un imponente arsenale, comprendente anche armi da guerra, esplosivi e una considerevole quantità di cocaina pronta per lo spaccio. L’operazione rappresenta un segnale forte dell’impegno dei Carabinieri nel contrastare la criminalità organizzata e preservare la sicurezza del territorio.

Nei giorni scorsi, attraverso un’attività di perlustrazione e monitoraggio, i Carabinieri hanno scoperto e sequestrato un arsenale e un ingente quantitativo di stupefacenti nascosti su due terreni distinti. Uno dei terreni era abbandonato e privo di recinzioni, mentre l’altro risultava di proprietà di sei sorelle, deferite in stato di libertà per detenzione abusiva di armi e sostanze stupefacenti.

Durante l’intervento, le forze dell’ordine hanno rinvenuto:

• Un fucile automatico AK-47 Kalashnikov con matricola punzonata e due serbatoi vuoti;
• Tre pistole (di cui due con matricola abrasa) e tre fucili (due con matricola punzonata);
• Più di 500 cartucce di vari calibri, incluse alcune da guerra;
• Circa 500 grammi di cocaina pura, con un valore di mercato stimato in circa 150.000 euro;
• Due bilancini di precisione per la suddivisione della droga in dosi.

Gran parte del materiale era occultato in tubi dell’acqua e strutture di legno simili a pollai, accuratamente avvolto in cellophane e riposto in custodie. Questo sofisticato sistema di occultamento evidenzia l’organizzazione e le precauzioni prese per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.

In un terreno abbandonato, i Carabinieri hanno anche rinvenuto 200 grammi di tritolo con innesco e un ordigno artigianale tipo “bomba carta” del peso di 1,2 kg, nascosti all’interno di un tubo di ferro sepolto sotto terra e pietrisco. In questa stessa area sono state trovate altre tre pistole, di cui una nascosta in un calzino, un fucile sovrapposto calibro 20 e ulteriori 165 cartucce di vario calibro.

Gli artificieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno provveduto a neutralizzare in loco il materiale esplosivo, assicurando così la massima sicurezza. L’intero arsenale e le droghe sequestrate sono state poste sotto sequestro penale e sono ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per approfondimenti balistici e scientifici. In particolare, per le armi si procederà a verifiche per determinare se siano state utilizzate in episodi delittuosi o provengano da furti.

La fase delle indagini preliminari è tuttora in corso, e vale per gli indagati il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

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Cronache

Donna di 39 anni trovata a terra con lesioni, è grave

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I carabinieri della Compagnia di Pontecorvo stanno indagando per ricostruire cosa sia accaduto ad una donna di 39 anni trovata questa sera riversa sul cortile dell’abitazione di famiglia nella località di campagna Fontana Merola a Pontecorvo, nel sud della provincia di Frosinone. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118 che l’ha trasferita d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale di Cassino dove la donna è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per arginare le lesioni interne. La posizione in cui la donna è stata ritrovata è in corrispondenza di una finestra al primo piano dell’abitazione, che si trova a circa 6 metri dal suolo: un’altezza non eccessiva che porta per questo i carabinieri ad escludere la volontà di un gesto estremo L’allarme al 118 ed ai carabinieri è stato dato da un familiare che si trovava al piano terreno dell’abitazione.

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Cronache

Banda del buco, arrestate 6 persone autori di rapine a Napoli

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Dalle prime ore dell’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di sei individui. Questi sono ritenuti gravemente indiziati di far parte di un’associazione criminale dedita a reati contro il patrimonio, principalmente attraverso la cosiddetta “tecnica del buco”.

L’indagine, avviata nel novembre 2023, ha permesso agli inquirenti di ricostruire l’attività e la struttura del gruppo, che si avvaleva di un’organizzazione stabile e ben definita. Grazie a intercettazioni, videosorveglianza e servizi di osservazione, i Carabinieri hanno scoperto che la banda utilizzava il sottosuolo di Napoli come un’arteria per raggiungere gli obiettivi designati. La rete fognaria e i tunnel sotterranei sono stati sfruttati per portare a termine le operazioni di scavo, con accesso garantito dalla disponibilità di locali adibiti a deposito situati in punti strategici della città.

Le operazioni criminali

Tra i crimini attribuiti alla banda spiccano diversi episodi:

• Rapina in un fast food: Il gruppo ha fatto irruzione, armato e travisato, in un noto fast food situato in Piazza Carità. La banda è riuscita a penetrare nel locale attraverso il sottosuolo, minacciando il personale con una pistola e impossessandosi di un bottino pari a 8.200 euro.
• Furto in una tabaccheria: La banda ha preso di mira una tabaccheria nei pressi di Piazza Bovio. Dopo essersi introdotti dal sottosuolo, gli indagati hanno sottratto tabacchi, valori bollari, sigarette elettroniche, gratta e vinci e biglietti della lotteria per un valore complessivo di circa 40.000 euro. La refurtiva è stata in seguito rinvenuta e sequestrata.
• Tentata rapina a un ufficio postale: Un colpo accuratamente pianificato, volto a rubare il denaro consegnato da un istituto di vigilanza presso l’ufficio postale di Piazza Matteotti. La banda aveva completato gli scavi necessari nel sottosuolo, ma il tempestivo intervento dei Carabinieri ha impedito il crimine.
• Tentato furto in una banca: Anche la filiale di una banca in Piazza Bovio è stata presa di mira dalla banda, con l’obiettivo di saccheggiare lo sportello ATM. Come nel caso dell’ufficio postale, gli scavi erano stati completati, ma l’intervento delle forze dell’ordine ha impedito il furto.

L’attività criminale si è estesa anche alla falsificazione di documenti. Gli indagati avevano creato una carta d’identità elettronica falsa, con le generalità alterate e la foto di un prestanome, per ottenere la locazione di un deposito usato come base logistica. Questo deposito era fondamentale per custodire materiali, refurtiva e garantire l’accesso alla rete sotterranea di Napoli.

Le sei persone coinvolte sono gravate da precedenti specifici per reati di tipo predatorio. L’ordinanza di custodia cautelare è stata disposta come misura cautelare in fase di indagine preliminare. Tuttavia, essendo ancora nella fase investigativa, gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.

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