Carlo Calenda, Roberto Gualtieri e Virginia Raggi si sfidano nuovamente, non risparmiandosi accuse e frecciatine. I candidati a sindaco di Roma oggi si sono incontrati nuovamente in un confronto per parlare delle proprie proposte. Quello organizzato da La Repubblica, al Teatro Palladium, e’ stato pero’ solo a 3 e non a 4 poiche’ il candidato del centro destra Enrico Michetti non ha partecipato a causa di altri “impegni”. Tre i candidati sul palco, uno vicino all’altro, con 3 minuti per rispondere alle domande del direttore Maurizio Molinari. Alla prima domanda di rito ‘perche’ vi siete candidati’ sono iniziate le frecciatine. “Perche’ mi sono candidato? Io manco me lo ricordo piu’. Nessuno voleva candidarsi per fare il sindaco di Roma. Quindi ho detto lo faccio ma devo avere il tempo, avere un programma profondo, e una lista civica indipendente. Questi i tre punti cardinali, questa citta’ e’ ostaggio di classi dirigenti che la tengono in ostaggio, non ultimo il M5s”, ha detto Calenda. “Mi sono candidato perche’ non sopportavo piu’ di vedere Roma in questo stato, di declino e degrado. Il confronto con le altre grandi Capitali e’ impietoso. Penso che Roma meriti un governo efficiente e autorevole. E che sia in grado di confrontarsi con le sfide del nostro tempo”, ha invece ribattuto il candidato dem Gualtieri. Mentre la sindaca uscente ha puntato sull’argomento ‘diversita” dicendo di essersi voluta ricandidare “per completare il lavoro iniziato” perche’ “la citta’ prima era chiamata Roma Ladrona e veniva da Mafia Capitale, io invece ho ripristinato la macchina amministrativa”. Raggi ha inoltre ribadito la sua linea contro il Pd. Per la sindaca uscente, infatti, il male del centrosinistra, anche in vista di un’alleanza, sarebbe il Pd romano, e rispondendo ad una domanda ha quindi sottolineato: “Nelle liste di Gualtieri troviamo ancora gli stessi nomi, dentro ci sono i famosi accoltellatori di Marino. O le scuse a Marino sono false oppure non hai scelto tu i nomi. Hai gia’ una pistola alla tempia”, ha detto Raggi rivolgendosi a Gualtieri. Il confronto si e’ concluso con l’appello al voto: “Chiedo il voto sulla base di un impegno serio e un lavoro duro sul programma, in grado di poterlo realizzare”, ha detto Carlo Calenda. “Raggi ha citato quanto avvenuto nel Pd con Marino, ma anche nel M5s e’ stata una cagnara, Raggi ha perso la maggioranza”, ha ribadito il leader di Azione. Anche il candidato del centrosinistra ha incalzato la sindaca uscente: “Raggi imputa tutti i mali di Roma al governo Conte 2 al quale ho avuto il piacere di partecipare. Al Mef, durante la pandemia, abbiamo lavorato notte e giorno facendo cose straordinarie, Roma non e’ mai stata cosi’ male, ma puo’ farcela” e per questo “chiedo di votare per me, possiamo ricostruire lo stesso modello”. Raggi, intervenuta, in ordine alfabetico per ultima, ha puntato sul valore del lavoro fatto nel primo mandato: “Perche’ votare per me? E’ importante il valore della continuita’, abbiamo risanato una citta’ ferita e ammalata”. La sindaca ha anche sottolineato che quello che gli altri “vogliono proporre nei loro programmi, demonizzando questa amministrazione, in realta’ e’ gia’ stato fatto da questa amministrazione. Con loro si torna al passato e loro non hanno nessuna esperienza amministrativa”, frase con cui la sindaca ha concluso l’appello al voto. La giornata per due dei candidati era iniziata con un incontro a porte chiuse nella sede romana di Unindustria, dove l’Unione degli imprenditori ha presentato il manifesto ‘Roma oltre Roma’. Il botta e risposta con gli industriali oggi e’ toccato a Gualtieri e Calenda, venerdi’ sara’ il turno di Raggi e di Michetti, che, a Unindustria, da quanto si apprende, non dovrebbe mancare. (A