“Siamo vivi e vegeti. Andiamo avanti alla faccia di tutti coloro che vorrebbero vincere facile con le carte bollate”. Il candidato sindaco del centrodestra di Napoli, Catello Maresca, dice che non si arrende nemmeno davanti al fatto che il Tar gli ha bocciato quattro liste “Catello Maresca” e “Catello Maresca sindaco”, “Prima Napoli” della Lega ed una lista animalista di cui però nessuno sembra conservar ricordo dell’esistenza. L’ex pm convoca un incontro pubblico per spiegare il suo stato d’animo del momento. E comincia dalle scuse. “Mi assumo tutte le responsabilità – dice – e chiedo scusa ai candidati per i patemi d’animo che subiscono e i ritardi. Andremo avanti anche con mezza gamba”. Poi mette nel mirino gli sciacalli. “Sulla nostra vicenda – afferma – si registra uno sciacallaggio puro. Prima del morto già si vogliono accaparrare i monili. Mi dicono che si è già aperto il mercato delle vacche. Chiederò che ci sia la massima attenzione”. Maresca si riferisce al fatto che molti candidati bocciati delle sue liste sarebbero stati contatti per appoggiare altri candidati sindaco. E in effetti molti delusi dai rovesci organizzativi del team Maresca sono già passati armi e bagagli al nemico. Ma pare si siano consegnati senza dover essere compulsati, diciamo pure “volontariamente”, all’ex nemico: Manfredi o peggio ancora (per Maresca) Bassolino.
Campagna elettorale. La foto con una scritta che vuole essere ironica è sulle pagine social di Maresca
Maresca attacca poi l’ex Rettore Gaetano Manfredi, candidato di Pd e M5s, oggi più di ieri accreditato della vittoria. E lo fa cominciando ancora una volta scusandosi per quanto aveva detto il giorno prima sulla sentenza del Tar, definita sentenza politica. “Per noi – afferma – i nemici non sono i giudici, la minaccia per la città si chiama Manfredi, la minaccia si chiama Demanfredis. Si tratta di un organismo politico geneticamente modificato: e’ una meta’ de Magistris e per l’altra meta’ Manfredi: che sta raccogliendo tutta la generazione politica che ci ha allietato negli ultimi dieci anni. E’ una cordata di potere che parte da Nola e finisce a Sant’Antimo e che vuole venire governare a Napoli. Noi siano la vera alternativa”.
Centrosinistra. Gaetano Manfredi non risponde mai ad attacchi e accuse di Maresca, lascia replicare ai partiti che lo sostengono
Manfredi non commenta le parole di Maresca. In questa campagna elettorale ha parlato di Maresca due volte. Per dire che “il candidato di Salvini fa una campagna elettorale cafona” e per concedergli “solidarietà per gli insulti sul web”. Per il resto Manfredi non degna Maresca di alcuna attenzione. Non va dove c’è Maresca, non partecipa a dibattiti dove c’è Maresca, non parla di Maresca. Lascia la reazione alle esternazioni di Maresca ai partiti e ai funzionari di partito, a cominciare dal Pd. “La destra – afferma il segretario di Napoli Marco Sarracino – anzichè esaminare le cause del fallimento politico e organizzativo sulle liste, aggredisce incomprensibilmente Gaetano Manfredi. Se qualcuno crede di poter trasformare questa campagna elettorale in una rissa, sappia che il Pd non vi parteciperà”. Manfredi, dal canto suo, parla di “una sfida del fare dopo tante occasioni sprecate”. L’ex ministro punta a risvegliare l’attenzione di Roma su Napoli. “Per vincere la sfida di Napoli – afferma nella presentazione della lista Napoli Libera – dobbiamo dialogare con il Governo nazionale e la Commissione europea che non sempre hanno prestato l’attenzione giusta per Napoli: siamo stati penalizzati nella distribuzione delle risorse, i nostri diritti non sono tutelati allo stesso modo di altre parti d’Italia. Dobbiamo allora dimostrare che con il buongoverno siamo all’altezza degli altri, per questo pretendiamo la massima attenzione verso i nostri territori. Senza un Sud competitivo non potremo avere un Paese che corre. In quest’ottica la collaborazione istituzionale sara’ determinante: i miei rapporti personali con De Luca sono ottimi, entrambi sappiamo bene che dobbiamo mettere davanti l’interesse dei cittadini”. Antonio Bassolino, gia’ sindaco di Napoli e ora di nuovo in campo per il Comune, sottolinea che la sua sfida e’ quella delle tre ‘R’: riparare, ricucire, rilanciare.
Nove progetti di ricerca sulla Sla, dallo sviluppo di un nuovo test diagnostico all’identificazione di possibili biomarcatori tramite lo studio del ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia. Con un finanziamento di 840mila euro, AriSLA, Fondazione italiana di ricerca per la Sla Ets, supporterà i progetti, coinvolgendo 15 gruppi di lavoro distribuiti in sette diverse regioni italiane Tra i nuovi studi, due sono quelli quelli ‘full grant’, cioè che sviluppano ambiti di studio promettenti, basati su solidi dati preliminari. ‘Defineals’, coordinato da Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, ha l’obiettivo di sviluppare un test affidabile per diagnosticare e monitorare la progressione della Sla correlata a TDP-43, una proteina che in condizioni normali svolge un ruolo fondamentale in diverse funzioni cellulari, e nei pazienti con Sla risulta aggregata.
Saranno raccolti tramite tampone nasale campioni da 60 pazienti con diagnosi di probabile Sla e da 60 soggetti controllo (30 controlli sani e 30 con altre patologie neurologiche). Per la ricerca della proteina TDP-43 sui campioni saranno effettuati studi immunocitochimici e molecolari. Il progetto ‘MoonAls’, coordinato da Giovanni Nardo dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, studierà la fisiopatologia della Sla indagando il ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia per identificare possibili biomarcatori. In particolare, nei modelli murini a lenta e rapida progressione e nelle colture cellulari verranno studiate le molecole rilasciate dalle cellule satellite, ossia le cellule staminali del muscolo scheletrico, per verificare se possono contrastare l’atrofia muscolare indotta dalla Sla.
Infine, sarà valutato l’effetto del trapianto di cellule satellite sull’atrofia muscolare e sulla progressione della Sla in modelli murini. Gli altri sette progetti sono ‘Plot Grant’, ossia studi esplorativi con lo scopo di sperimentare idee innovative. ‘Flygen’, coordinato da Arianna Manini dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, intende identificare nuove cause genetiche di Sla in pazienti con un’alta probabilità di avere mutazioni genetiche, come quelli con forte storia familiare di Sla o esordio estremamente precoce, sinora non diagnosticati dal punto di vista genetico. Tra questi, anche il progetto coordinato da Riccarda Granata dell’Università degli Studi di Torino, nel quale saranno valutati gli effetti protettivi della molecola Mr-409, e quello coordinato da Antonio Orlacchio dell’Università di Perugia, con il quale si mira a identificare nuovi geni correlati alla Sla giovanile.
Alla Cop29 di Baku i paesi ricchi provano a chiudere l’accordo sul fondo di aiuti climatici, alzando l’offerta a 300 miliardi di dollari all’anno dal 2035. Ma ai paesi più poveri sembrano ancora troppo pochi: così lasciano il tavolo delle trattative, anche se non escono dal negoziato. La situazione è confusa, le riunioni si susseguono. In serata viene fissata una nuova assemblea plenaria. La Cop29 doveva chiudersi venerdì. Ma l’accordo sugli aiuti climatici (il dossier più importante) non è stato raggiunto, e la conferenza è stata prolungata ad oggi. Venerdì era stata pubblicata una bozza di documento finale sulla finanza, con un compromesso proposto dalla presidenza azera. I paesi sviluppati si impegnavano a versare 250 miliardi di dollari all’anno dal 2035 in aiuti ai paesi in via di sviluppo per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Questa cifra era fatta di contributi pubblici a fondo perduto, ma anche di prestiti da banche multilaterali di sviluppo e banche private. La proposta era stata respinta dai paesi emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina.
Questi chiedono 1.300 miliardi di dollari all’anno dal 2025, prevalentemente in contributi pubblici a fondo perduto, e sostengono che non si possa scendere sotto 300 miliardi all’anno dal 2030 e 390 dal 2035 (le cifre minime di aiuti indicate da uno studio di consulenti della Cop). Oggi i paesi sviluppati hanno provato ad alzare l’offerta, arrivando a 300 miliardi. In più, hanno precisato nella bozza che i paesi in via di sviluppo possono erogare aiuti, ma non hanno alcun obbligo, e i loro soldi non rientrano nel conteggio dei 300 miliardi. Un modo per accontentare la Cina, che per l’Onu risulta ancora paese in via di sviluppo: Pechino vuole erogare i suoi aiuti senza avere vincoli. La bozza accontenta anche l’Arabia Saudita, perché non aumenta gli impegni di decarbonizzazione rispetto a quanto deciso l’anno scorso alla Cop28 di Dubai. La Ue ha dovuto cedere su questo, come pure su diritti umani e delle donne, citati in modo generico.
Ma il gruppo dei paesi meno sviluppati (Ldc) e quello dei piccoli stati insulari (Aosis) hanno bocciato anche questa proposta. “Siamo temporaneamente usciti, ma rimaniamo interessati nei negoziati finché non otteniamo un accordo equo”, ha scritto su X Jiwoh Emmanuel Abdulahi, ministro dell’Ambiente e del cambiamento climatico della Sierra Leone. Cedric Schuster, presidente dell’Alleanza dei piccoli stati insulari (Aosis), in un comunicato ha detto che “siamo usciti dalle discussioni in stallo sull’Ncgg (l’obiettivo di finanza climatica, n.d.r.), che non stava offrendo alcun progresso. Ci siamo ritrovati continuamente insultati dalla mancanza di inclusione, le nostre richieste sono state ignorate”. “Un’altra Cop sta fallendo – ha commentato Greta Thunberg su X -. La bozza attuale è un completo disastro”. Più ottimista l’invia americano sul clima, John Podesta: “Spero che sia la tempesta prima della calma”.
Inizia nel migliore dei modi la semifinale di Coppa Davis per l’Italia, grazie alla straordinaria vittoria di Matteo Berrettini. L’azzurro ha sconfitto l’australiano Thanasi Kokkinakis in tre set con il punteggio di 6-7, 6-3, 7-5, regalando il primo punto agli Azzurri nella sfida contro l’Australia.
La partita non è stata priva di difficoltà per il tennista romano, che nel primo set ha sprecato ben tre set point, cedendo poi il parziale al suo avversario nel tie-break. Sembrava che l’inizio in salita potesse compromettere l’esito del match, ma Berrettini ha dimostrato ancora una volta grande carattere e capacità di reazione.
Nel secondo set, l’azzurro ha imposto il suo ritmo, dominando Kokkinakis e chiudendo il parziale con un netto 6-3. Il terzo e decisivo set è stato più equilibrato, ma Berrettini ha saputo mantenere la lucidità nei momenti cruciali, strappando il servizio all’australiano nel finale e conquistando la vittoria con un 7-5 decisivo.
Grazie a questo successo, l’Italia si porta sull’1-0 nella semifinale contro l’Australia. Ora tutte le attenzioni si spostano sulla seconda sfida di giornata, che vede impegnati Jannik Sinner e Alex De Minaur. In caso di parità dopo i singolari, sarà il doppio a decidere l’esito della semifinale.
Una prestazione di grande carattere per Berrettini, che conferma la sua capacità di brillare nei momenti più importanti. Gli Azzurri mettono un primo tassello verso la finale di Coppa Davis