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Cronache

Borja Valero, il campione spagnolo che sceglie di vivere a Firenze per amore e firma per i dilettanti del “Lebowski”

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Ci sono belle storie che nascono persino dal mondo calcio marcio, malato, quello foraggiato coi soldi dei diritti tv, comandato dai soldi, gestito da procuratori senza scrupoli col portafoglio pieno. E sono storie da libro cuore o che comunque fanno bene al cuore. È la storia di Borja Valero, 36 anni. Un campione. Lui è madrileno di nascita, madridista di fede calcistica. La sua carriera di campione è iniziata proprio con la camiseta blanca del Real Madrid. Poi è arrivato in nazionale, è stato al Villarreal, Fiorentina, Inter. Ebbene questo campione giocherà il prossimo campionato nel “Centro Storico Lebowski”, Promozione toscana. Passerà dalla maglia viola della Fiorentina di Commisso che non gli ha rinnovato il contratto, a quella grigionera di una squadra di dilettanti. Una squadretta fondata su una idea un po’ folle quest “Lebowski team”.

Centro Storico Lebowski. La nuova squadra del campione spagnolo Borja Valero

Un omaggio al film del ’98 con Jeff Bridges, in cui il protagonista (in questo caso Borja Valero) vive fuori dagli schemi proprio come i soci fondatori del club. ça “Centro Storico Lebowski” è frutto di un azionariato popolare che ha saputo centrare due promozioni autofinanziandosi. Ovviamente non potevano permettersi l’ingaggio di Borja Valero ma il “Lebowski” gli ha fatto cambiare idea. Evidentemente in questa storia i soldi non c’azzeccano niente. Borja Valero e la moglie a Firenze sono perfettamente integrati. Amano la Toscana. E l’accordo per far passare Borja dai Viola al Lebowski è statosiglato in una pasticceria di Firenze, davanti a un cappuccino.  Rocio, la moglie di Borja, era felice quanto il marito della nuova squadra. Poteva restare un anno ancora a Firenze. Chissà forse l’intera vita. “Ho accettato perché mi sono specchiato in certi valori”, racconta Borja Valero con semplicità, riferendosi ai valori originari dello sport calcio che non sono i soldi. Il campione spagnolo poteva restare ancora un anno alla Fiorentina. “Pensavo di poter dare una mano. Invece la società aveva un’idea diversa. Mi dispiace, anche se posso capire le loro ragioni. Dopo la pandemia avrei voluto salutare i tifosi dal campo, ma nella vita non sempre i sogni diventano realtà” spiega Borja con un pizzico di amarezza. Aveva deciso di smettere. Poi… “un amico giornalista, Benedetto Ferrara, che aveva il figlio nelle giovanili, mi ha messo in contatto con il Lebowski. Pian piano ho conosciuto la loro storia e ho accettato di aiutare”. E pensare che sul profilo facebook del “Centro Storico Lebowski” prima della ufficializzazione dell’arrivo di Borja, da bravi toscanacci, avevano smentito così ogni contatto col campione spagnolo.

“In risposta alle voci messe in circolazione da giornalisti faziosi e cattivi (senza fare nomi, Benedetto Ferrara), il Centro Storico Lebowski smentisce categoricamente l’esistenza di una trattativa con Borja Valero. Il giocatore è forte, certo, ma non rientra nei parametri del nostro Club dal punto di vista delle caratteristiche umane.
Come ben sapete se ci seguite, noi cerchiamo di farci strada senza tanti scrupoli nel calcio moderno applicando con costanza le sue dure regole e le sue spietate ricette: individualismo, esasperazione, egoismo, risultati a ogni costo, trasformazione dei tifosi in meri consumatori. Come potremmo quindi essere interessati a un giocatore sincero, sensibile e umile, intelligente, attaccato alla maglia che indossa, consapevole mentre gioca di star rappresentando una comunità, capace di mettersi a disposizione del gruppo?”. Era questo il contratto che Borja aveva forse già firmato col Lebowski. Lo spagnolo era stanco del calcio marcio fallito e della fabbrica dei soldi falsi.

C’è però, come in tutte le belle storie, un piccolo contrattempo. Nel frattempo Borja Valero aveva preso un impegno con Dazn, il nuovo player dei diritti tv, la tv che ha estromesso Sky dall’affare calcio in Italia.

 

Sabato Borja debutterà come commentatore in Inter-Genoa. Borja è stato anche nerazzurro, rimanendo ad abitare a Firenze, oramai la sua città. “Non volevo lasciare in maniera definitiva. E la televisione mi sembrava un bel compromesso. Eppoi volevo vedere il mio mondo da un altro punto di vista. Sono curioso di vedere l’effetto che farà…”. Insomma il calcio sarà ancora il suo mondo. “Mi sono anche iscritto a un corso per diventare allenatore, ma non credo che sarà la mia strada”. Anche se “mai dire mai”. Ma come concilierà Borja il doppio ruolo, da opinionista tv e giocatore? Facile. Dazn resta la priorità. “Quando ho parlato con i ragazzi del Lebowski avevo già l’impegno televisivo, ma loro non hanno creato problemi. Di sicuro in campo cercherò di dare il mio meglio”. “Quando ho accettato ho pensato a quando ragazzino giocavo in un campetto polveroso, alimentando i miei sogni. Il Lebowski fa giocare bambini e bambine in modo gratuito e io mi rivedo in loro”. Cosa farà da grande Borja Valero? Diventerà commentatore sportivo? Tornerà in Spagna? Lui risponde sempre con le stesse parole. “Dopo la morte di mia madre ho deciso di vivere un giorno alla volta senza troppi progetti”. Altra cosa certa è che vivrà a Firenze. “Perché mi sento a casa. A Firenze mi sono costruito una vita anche fuori dal campo. E con la Fiorentina, soprattutto il primo anno, ho vissuto momenti indimenticabili, quelli che rendono vivo un uomo”.

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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