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Corona Virus

Nuovo protocollo per scuola, nessun test gratis ai no vax

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Nessun tampone gratis per i prof no vax, una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi e un supporto ai piu’ fragili, ossia a chi non puo’ ricevere il siero per particolari motivazioni sanitarie. E’ quanto chiarisce il ministero dell’Istruzione in merito al contenuto del Protocollo sulla sicurezza nelle scuole approvato questa notte al termine di un confronto fiume tra i sindacati e i tecnici del dicastero. Il nodo dei tamponi a carico delle scuole ha rappresentato il tema divisivo, tanto da non incassare il via libera da parte dei presidi e scatenando anche polemiche a livello politico. Nel pomeriggio il Ministero ha precisato che nel documento approvato “non e’ previsto, ne’ si e’ mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuita’ del tampone ai cosiddetti no vax”. E ancora: il Protocollo “ricalcando quanto disposto gia’ oggi dalle norme vigenti – spiega il dicastero di viale Trastevere – consente alle scuole, sulla base di un preventivo raccordo istituzionale con il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, di effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate”. L’obiettivo dunque e’ duplice: continuare a contrastare la pandemia, soprattutto attraverso la vaccinazione, e dare supporto ai piu’ fragili, ovvero a chi non puo’ vaccinarsi per particolari motivazioni che saranno ulteriormente indicate negli accordi con le Aziende Sanitarie Locali, in raccordo con il Ministero della Salute. Una posizione che era stata anticipata alcune ore prima dal ministro Bianchi. “Le scuole – ha detto – potranno intervenire a favore dei piu’ fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili e che risultano, quindi, anche i piu’ esposti al contagio”. Dal canto suo l’Associazione dei presidi si e’ detta da subito contraria alla possibilita’ che “le scuole si facciano carico del costo dei tamponi” ma hanno apprezzato le parole del ministro auspicando che il testo del protocollo “sia modificato in coerenza con quanto da lui espresso”. La precisazione del Ministero e’ arrivata dopo che era esplosa la polemica a seguito dell’ok al protocollo alla cui trattativa non ha partecipato il ministero della salute. Per Azione “la pretesa dei sindacati di far pagare alle scuole i tamponi per i professori no vax manca di rispetto alle migliaia di docenti che, pur conservando dei dubbi, hanno scelto di vaccinarsi”. Per Alessia Rotta, deputata del Pd, “si tratta di un grave errore” mentre per il presidente di Italia viva Ettore Rosato, “non possiamo fare distinzioni tra lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, tra chi ha l’obbligo vaccinale e se non lo rispetta viene sospeso e chi, pur essendo no-vax, puo’ continuare a svolgere la professione effettuando test gratuiti pagati dalla collettivita’”. Dal canto suo Roberto Novelli, di Forza Italia, afferma che “indegno che gli istituti paghino i tamponi agli insegnanti no vax per permettergli di tornare al lavoro. Prendiamo atto della precisazione del ministro chi limita la gratuita’ dei test al personale che non puo’ vaccinarsi” ma “confidando che il governo, per accondiscendere ai sindacati, non confermi la gratuita’ per tutti, sarebbe un pessimo segnale”. L’accordo siglato pone regole anche sul distanziamento e affronta il rischio di “classi pollaio”. Definite le linee guida da seguire per l’aerazione degli spazi con il costante ricambio d’aria, l’obbligo “per chiunque entri o permanga negli ambienti scolastici, adottare precauzioni igieniche e l’utilizzo di mascherina”. Nelle classi si dovra’ rispettare una distanza “interpersonale di almeno un metro qualora logisticamente possibile e si mantiene anche nelle zone bianche la distanza di due metri tra i banchi e la cattedra del docente”. Il Ministero si e’ impegnato a dare il massimo sostegno alle scuole, anche garantendo personale Ata a tempo determinato in piu’, dove necessario, per la gestione dell’emergenza, per sgravare le scuole da eccessivi oneri di gestione. Saranno inoltre messe in capo azioni mirate per interventi nelle scuole che presentano classi particolarmente numerose. Il nodo Green pass sara’, invece, contenuto in una nota specifica che l’amministrazione inviera’ alle istituzioni scolastiche nel prossimi giorni. Intanto in una circolare inviata oggi dal Ministero, in relazione anche alla certificazione verde, si afferma che al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione, il decreto-legge introduce del 6 agosto, la ‘certificazione verde Covid-19’ per tutto il personale scolastico. La norma definisce al contempo un obbligo di ‘possesso’ e un dovere di ‘esibizione’ della certificazione verde”.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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