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Garante sul green pass: esercenti controllino documenti

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Parte la stretta del Viminale sui controlli del Green pass da parte delle forze dell’ordine, con verifiche a campione e in particolare nei luoghi turistici e della movida. Ma resta aperta la questione sulle verifiche da parte dei gestori. Il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, fa notare che anche “i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi” possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d’identita’. Indicazioni che vanno in una direzione diversa rispetto a quanto affermato ieri dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la quale saranno si’ i titolari a dover controllare il lasciapassare all’entrata nei ristoranti, ma “non potranno chiedere la carta d’identita’ ai clienti”. A Palazzo Chigi, cosi’ come al Viminale, la linea e’ che comunque che controlli e sanzioni vadano fatti, per non vanificare la misura del pass. Un chiarimento e’ atteso nelle prossime ore con una circolare interpretativa del Viminale e sara’ utile a spiegare in particolare il quarto comma dell’articolo 13 dello stesso documento, secondo cui all’atto della verifica l’intestatario della certificazione Covid “dimostra, a richiesta dei verificatori (…), la propria identita’ personale mediante l’esibizione di un documento di identita’”. I ristoratori pero’ sottolineano: “ci auguriamo che la nostra ‘richiesta’ della carta di identita’ avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell’ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale”, avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi. E nel caso di sanzioni anche per i gestori, aggiunge: “valuteremmo dei ricorsi, ma sara’ il nostro Consiglio direttivo a decidere”. Nelle principali citta’ il passaporto verde intanto circola da giorni, sottoposto agli scanner della app ‘Verifica C-19′. A Milano il giudizio di baristi e ristoratori sull’obbligo resta sospeso. Nella citta’ semivuota di meta’ agosto, complici anche le temperature estive, sono infatti pochi i clienti che chiedono di pranzare o consumare seduti all’interno, per questo la valutazione sulla misura viene rimandata a settembre. “Io non chiedo i documenti, chiedo il pass e per ora nessuno ha fatto storie – spiegano in zona stazione Centrale – la gente lo mostra tranquillamente non c’e’ nessun problema, tutto si e’ svolto molto bene anche con gli stranieri. Sicuramente in presenza di tanti clienti la situazione non sarebbe scorrevole”. Anche a Roma “sono poche le persone che vogliono consumare all’interno. Finora non abbiamo avuto problemi”, riferiscono alcuni ristoratori in zona Colosseo. Nella Capitale in centro il pass viene chiesto un po’ ovunque e, precisano alcuni gestori, “finora non ci sono stati particolari problemi e resistenza da parte dei clienti”. Ma ci sono anche situazioni dove la difficolta’ dei controlli rende impossibile la svolgimento di particolari eventi. Per questo motivo, nella localita’ turistica toscana di Forte dei Marmi il Comune ha annullato la tradizionale fiera dedicata al patrono Sant’Ermete del 28 agosto e i fuochi di artificio dal pontile. “Ancora una volta si scarica tutto sulle spalle delle amministrazioni. Non e’ immaginabile pensare che le forze comunali possano contenere numeri di visitatori come quelli che si registrano alla nostra fiera. E neppure e’ ipotizzabile fare dei controlli a campione”, lamenta il sindaco Bruno Murzi. Green pass accantonato per il momento anche in vista dell’udienza generale di Papa Francesco nelle prossime ore in Aula Paolo VI in Vaticano, dove per assistere non servira’ l’autocertificazione verde. E se il giudizio sul passaporto verde, introdotto dal Governo – proprio per scongiurare nuove chiusure – sembra essere ‘rimandato’ a settembre, il Paese si riaffaccia al rischio di nuovi focolai in particolare con il rientro di alcuni giovani dai luoghi delle vacanze come la Riviera romagnola, Ponza o Gallipoli.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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