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Rallentamento della crescita dei casi covid, ma il virus continua a colpire il Paese

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I casi di Covid-19 in Italia continuano ad aumentare ma, per la prima volta, negli ultimi 3-4 giorni si osserva un rallentamento della velocita’ di crescita. Un primo segnale da monitorare, anche se e’ troppo presto per dire se si tratti di una reale inversione di tendenza della curva epidemica e, dunque, serve prudenza. I numeri giornalieri dell’epidemia, infatti, sono ancora in salita. Secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, hanno raggiunto i 4.522 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore (ieri 3.117), sono invece 24 le vittime in un giorno (ieri erano state 22). Il tasso di positivita’, pari all’1,9%, e’ invece in calo rispetto al 3,5% di ieri. Sempre su base giornaliera, continuano inoltre a salire i ricoveri: sono 189 i pazienti ricoverati in intensiva per Covid, 7 in piu’ rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 1.611 (+99). Nonostante questo quadro, il segnale che arriva dal rallentamento della velocita’ con cui i casi stanno crescendo negli ultimi giorni potrebbe rivelarsi importante, mentre una quadro analogo che induce a ipotizzare una prima eventuale inversione di trend si sta determinando anche in Gran Bretagna, dove i contagi sono oggi 23.511, che vuol dire una decrescita registrata per il settimo giorno consecutivo. Solo dieci giorni fa, lo scorso 17 luglio, i contagi nel Paese erano 54.674. Rispetto alla situazione italiana, spiega l’epidemiologo Cesare Cislaghi, gia’ presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia, “sicuramente da 3-4 giorni il modello di sviluppo dell’epidemia non e’ cosi’ accelerato come lo era all’inizio. L’indicatore di replicazione diagnostica, che e’ un indicatore che io considero, era sempre cresciuto nell’ultimo periodo di giorno in giorno ma ora sembra essersi arrestato. Tale indicatore, che misura in pratica la crescita della crescita, era arrivato al valore di circa 2.3 mentre adesso e’ sceso ad un valore pari a circa 2”. Quindi, sottolinea, “negli ultimi giorni possiamo dire che la crescita dei casi c’e’ sempre, ma si sta ora osservando un rallentamento, cioe’ una crescita meno veloce. Dire pero’ adesso che questa possa essere una tendenza di medio-lungo periodo o possa indicare una inversione del trend e’ prematuro e bisognera’ almeno aspettare la fine della settimana”. Quanto ai motivi del rallentamento della crescita dei casi, cio’ secondo Cislaghi puo’ essere legato anche alle vaccinazioni, ma “non e’ questo il motivo primario”. L’ipotesi, rileva, “e’ che l’ultima ondata di casi nel nostro Paese possa essere stata provocata dalle riaperture di meta’ giugno di attivita’ ludiche e aggregativo-sportive che hanno fatto seguito alla fine delle scuole. C’e’ stata quindi una accelerazione dei casi, tendenza che adesso sta subendo una decelerazione complice anche – afferma – la paura evidentemente innescatasi e che ha spinto probabilmente ad una maggiore attenzione”. Tuttavia, avverte il sottosegretario alla Salute Giampaolo Sileri, in ogni caso “avremo una quarta ondata di casi, prevalentemente nei non vaccinati, ma a parita’ del numero di contagi non avremo lo stesso numero di morti e di ricoveri di gennaio”. Cio’ in virtu’ delle vaccinazioni, che procedono a ritmo sostenuto. L’immunizzazione evita infatti le conseguenze piu’ pesanti della malattia ed i decessi. Come dimostra l’ultimo report periodico sui decessi dell’Istituto superiore di sanita, che attesta come quasi 99 deceduti per Covid su 100 dallo scorso febbraio non avevano terminato il ciclo vaccinale, e fra quelli che invece lo avevano completato si riscontra un’eta’ media piu’ alta e un numero di patologie pregresse maggiori rispetto alla media. Fino al 21 luglio, rileva il report, sono 423 i decessi in vaccinati con ciclo completo e rappresentano l’1,2% di tutti i decessi SARS-COV-2 positivi avvenuti dall’1 febbraio (in totale 35.776 decessi).

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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