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Europei Under 21: passa il forte Portogallo ma l’Italia non demerita

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Azzurrini subito fuori dalla fase finale degli Europei under 21. L’Italia Under 21 di Nicolato cede ad un bel Portogallo che nel primo tempo del match giocato questa sera allo Stadion Stožice di Lubiana in Slovenia fa paura andando facilmente sul 2-0. Poi gli azzurrini si riprendono e rimontano fino al 3-3 all’ultimo minuto dei tempi regolamentari firmato da Cutrone. Ai supplementari il rosso di Lovato le gambe all’Italia che capitola con i gol portoghesi di Jota e Francisco Conceicao. Finisce 5-3 per i lusitani che vanno in semifinale a sfidare i ‘cugini’ della Spagna. Nicolato conferma il 3-5-2, sugli esterni di centrocampo spazio alla velocita’ di Bellanova e Sala, mentre in attacco solo panchina per Cutrone al quale viene preferito Giacomo Raspadori, per far coppia con Scamacca. Nel Portogallo a sorpresa solo panchina per Rafael Leao, in avanti i lusitani puntano su Goncalo Ramos e l’attaccante del Monza Dany Mota. L’altro milanista Dalot, invece, partira’ dal primo minuto sull’out di destra difensivo. Portogallo subito padrone del gioco e in vantaggio su azione partita da calcio d’angolo: corner sul primo palo che viene deviato da Pobega, si alza un campanile al limite dell’area piccola dove l’attaccante del Monza Dany Mota con una bellissima rovesciata acrobatica fredda il portiere azzurro. L’Italia accusa il colpo e non riesce a venire fuori: unico acuto da registrare quello di Pobega: il centrocampista dello Spezia, sempre molto pericoloso in fase offensiva, sferra gran sinistro diagonale da fuori area che finisce di pochissimo a lato. Il Portogallo continua ad attaccare con veemenza e arriva il 2-0 ancora su corner: cross lunghissimo sul secondo palo per Daniel Braganca che tutto solo riesce a fare la sponda di testa per Dany Mota al limite dell’area piccola, controllo orientato e destro potentissimo del numero 11 che si infila sotto la traversa. Subito il doppio svantaggio i ragazzi di Nicolato reagiscono e allo scadere del primo tempo dimezzano lo svantaggio riaprendo il match: anche l’Italia realizza sugli sviluppi di un corner, Frattesi anticipa tutti sul primo palo e sfiora di testa, la sfera arriva sui piedi di Pobega che da pochi passi riesce a controllare e a toccare in qualche modo in rete.

Gli azzurrini ripartono forte sfiorando il gol del pari: Frattesi ad un passo dal 2-2 con un colpo di testa sotto misura, miracolo del portiere spagnolo Diogo Costa. Quando il pari sembra nell’arria arriva invece il 3-1 del Portogallo. Diogo Queiros sovrasta Lovato sulla sinistra dell’area, sponda di testa sul primo palo dove il numero 18 portoghese tra tre azzurri anticipa tutti e con il piatto spinge la sfera sul secondo palo. Sull’orlo del baratro la reazione azzurra e’ immediata: ecco subito il 3-2 firmato da Scamacca. L’Italia continua l’arrembaggio e il 3-3 arriva a un minuto dalla fine: Sottil da poco entrato accelera sulla sinistra e supera Dalot, cross rasoterra basso sul primo palo dove l’altra new entry Cutrone anticipa con l’esterno del piede il difensore portoghese e insacca sul primo palo. Poco dopo Cutrone sfiora il 4-3 ma il suo colpo di tacco viene respinto e si va ai supplementari. L’Italia rimane subito in 10 uomini: Lovato salta con il gomito alto e colpisce al volto Dany Mota, doppia ammonizione e quinta espulsione in 4 partite per l’Italia. Rosso che si rivelera’ fatale per gli azzurrini che alla fine cedono 5-3 per via dei gol di Jota e Francisco Conceicao, il figlio di Sergio Conceicao vecchia conoscenza del calcio italiano.

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L’Italia ritrova Tonali e rinasce, ora testa a Israele

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Voglia di rivalsa tanta, e poi gioco e gambe per mettersi alle spalle il flop degli Europei. La vittoria sulla Francia dell’Italia di Spalletti segna un nuovo spartiacque della non sempre facile avventura della Nazionale: l’uscita di scena in Germania, da campioni in carica, resta sempre una pagina amarissima, certo è che se si doveva ripartire non poteva esserci contesto migliore di quello del Parco dei Principi. Una vittoria in rimonta nel match d’esordio della Nations League che mette in un angolo i fantasmi del disastroso Europeo di due mesi fa: Luciano Spalletti ritrova il sorriso, ha lasciato Parigi con con tre punti e soprattutto con la consapevolezza che qualcosa è davvero cambiato.

Archiviati i primi 20 minuti da incubo, con il gol subito dopo una manciata di secondo, gli azzurri si sono ricompattati. Spalletti ha definito i suoi “dei giganti” ma soprattutto ha ritrovato quei giocatori che, ad esempio in Germania contro la Svizzera non c’erano (Calafiori, Dimarco e Tonali, giusto per fare i nomi) e che nella Ville Lumiere sono stati note armoniosi nello spartito del successo sulla nazionale francese. I gol dell’Italia sono stati un piccolo grande manifesto di realtà. Uno l’ha segnato Davide Frattesi, che sarebbe titolare in 19 squadre della Serie A, ma fa la riserva nell’unica in cui deve giocare. Il terzo gol è stato di Giacomo Raspadori che presto avrà un destino simile: la panchina nel Napoli.

Il pareggio di Dimarco con un tiro al volo sotto la traversa è nato da un colpo di tacco di Sandro Tonali, tornato in Nazionale dopo aver scontato dieci mesi di squalifica per la vicenda delle scommesse. Il ct ne ha esaltato la prestazione (“Abbiamo ritrovato un giocatore fortissimo, avevamo paura che non avesse i novanta minuti nelle gambe e invece alla fine ha dato due ‘sgasate’ da far paura”) e lui ha messo in campo tutte le sue qualità, facendo vedere quanto ha perso con la sua squalifica la Nazionale agli Europei e cosa ha perso il Milan nel cederlo al Newcastle. E le parole del ct appaiono come una riconferma anche per il match con Israele. L’Italia ha messo in campo “grinta e voglia di rivalsa” come ha sottolineato Andrea Cambiaso. Entusiasmo e libertà di giocare, altri concetti vincenti: “Abbiamo fatto una grande partita dal punto di vista dell’orgoglio e dell’approccio in campo – ha aggiunto l’esterno azzurro – Ci sentiamo tutti più liberi di giocare, non che prima non lo fossimo, con il ct che è sempre stato molto disponibile e ci ha lasciato liberi di esprimerci. Poi – aggiunge – il cambio di gioco deciso dal ct è stata l’arma vincente”.

Il compito degli Azzurri e di Spalletti, ora, è non solo di far bene in Nations League – passaggio importante anche per le qualificazioni ai prossimi Mondiali – ma anche quello di riconquistare l’affetto dei tifosi. Ieri sera la partita è stata seguita su Rai1 da 5 milioni 567mila spettatori e il 31.1% di share, quasi la metà dei 12 milioni di media di Italia-Svizzera dello scorso mese di luglio, ultima apparizione dell’Italia agli Europei; più o meno alla sessa ora, su Sky e Supertennis andava in scena la semifinale degli US Open con Jannik Sinner che ha fatto registrare una media di oltre 2,3 milioni di spettatori unici. Intanto gli azzurri hanno raggiunto Budapest, in Ungheria, per la prossima sfida con Israele. Arrivo in mattinata ed allenamento nel pomeriggio. Il prossimo impegno di Nations è lunedì sera nella capitale magiara contro gli israeliani (ore 20.45, diretta su Rai 1 – arbitra lo slovacco Kruzliak) andranno a caccia di altri tre punti utili anche per un posto tra le teste di serie al sorteggio per le qualificazioni al Mondiale del 2026.

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Us Open: Sinner sogno americano ‘finale Slam è speciale’

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Il sogno americano è a un passo. A sette mesi dal trionfo a Melbourne che gli regalava il primo slam e da lì la corsa, andata a buon fine, a diventare il n.1 al mondo, Jannik Sinner si ritrova di nuovo a fare i conti con la storia: a New York sul cemento di Flushing Meadows il tennista azzurro va a caccia degli Us Open. Dopo aver battuto l’amico Draper, al termine di una maratona resa ancora più complicata dall’afa, Sinner dovrà vedersela con Taylor Fritz: tra il n.1 al mondo e la conquista dello slam americano c’è il ricchissimo padrone di casa. I due si incontrano per la terza volta e il bilancio finora è di un successo per parte: alte le motivazioni per entrambi, Sinner non vuole lasciarsi fuggire l’occasione di vincere il secondo slam nella stessa stagione, e fare un altro salto tra i più grandi dopo settimane difficili per il caso della positività al doping (tennista assolto, ma la Wada ha ancora la possibilità di fare ricorso).

Il golden boy a stelle e strisce ha l’ambizione di restituire a un americano il titolo degli Us Open che manca da oltre vent’anni, quando a esultare nel 2003 fu Andy Roddick. L’ultimo americano ad arrivare in finale, tre anni dopo, battuto da Roger Federer. Da allora più nulla è per questo che Fritz, che già a due anni teneva la racchetta in mano cresciuto in una famiglia di tennisti, si trascina il tifo di un’America che aspetta questo momento da troppi anni. E proprio il tennista di San Diego, già papà del piccolo Jordan, adesso si dice pronto a sfidare il n.1 e convinto anche di poterlo battere. “Sono fiducioso e so che quando gioco bene posso battere chiunque – le parole del 27enne californiano – Con Jannik sarà diverso, giocherò da sfavorito. Ma contro di lui mi sono sempre ben comportato. Il traguardo? Per L’America è una grande cosa, penso che faccia capire che stiamo provando a vincere uno Slam”. Sinner, alla sua 60/a partita in stagione (il bilancio è di 54 vittorie e 5 sconfitte) punta a regalarsi il secondo slam: “Ho solo un’esperienza di finale alle spalle, non è molto – ha detto il campione altoatesino – quando arrivi a giocare la domenica significa che hai fatto un ottimo risultato.

Lo slam è diverso, penso comunque che bisogna scendere in campo anche per divertirsi. Da Melbourne a oggi ci sono state tante vittorie, momenti belli, altri difficili. Una finale slam è speciale, e sarà una domenica speciale”. Il match con Draper è stato seguitissimo in tv nonostante la concomitanza con la nazionale di Spalletti: ora il grande appuntamento a New York. Sinner circondato dal suo staff e dalla fidanzata Anna Kalinskaja dopo il match è apparso con il ghiaccio sul polso mentre pedalava sulla cyclette. Nessun allarme però. “Due anni e mezzo fa quando abbiamo iniziato questo percorso, il nostro obiettivo era portare Jannik a un livello per cui potesse andare in fondo in tutti i i tornei. Ed è quello che ha fatto quest’anno con continuità. Jannik sta crescendo, non deve giocare solo su se stesso ma anche sulle debolezze dell’avversario. Una finale Slam non è un traguardo facile da raggiungere, speriamo di fare l’ultimo passo domenica” le parole del coach Simone Vagnozzi. Contro l’americano, trascinato dal tifo di casa, Sinner va a caccia di un’altra perla: sempre più vicino a chiudere la stagione 2024 da numero 1, l’azzurro confida in una nuova “domenica speciale”.

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Truffato e derubato l’ex arbitro Paolo Casarin

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Anche l’ex arbitro Paolo Casarin, oggi 84enne, è finito tra le vittime della classica truffa del finto incidente stradale con parente nei guai, come si legge oggi su ‘Il Giorno’, e gli sono stati rubati in casa denaro e preziosi per un valore di circa 40mila euro. L’ex arbitro e opinionista tv ha presentato denuncia il 27 agosto scorso, raccontando di aver ricevuto una telefonata da una persona che si è spacciata per un militare, invitandolo a ritirare un verbale urgente che riguardava il figlio coinvolto in un incidente stradale.

Casarin è andato a San Donato Milanese seguendo le indicazioni dell’interlocutore, che ha continuato a tenerlo al telefono per impedirgli di chiamare altre persone. Dopo mezz’ora, però, l’ex arbitro ha chiuso la conversazione ed è tornato a casa dove ha scoperto che, nel frattempo, qualcuno aveva detto alla moglie di consegnare tutto quello che aveva di prezioso nell’abitazione, sempre con la scusa del figlio che, ovviamente, in realtà stava benissimo.Casarin si è rivolto ai carabinieri, che hanno acquisito le immagini del suo impianto di sorveglianza.

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