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Corona Virus

Presto vaccini in aziende, 2 milioni di dosi Astrazeneca in frigo

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Le vaccinazioni tornano a scendere ben al di sotto della quota di 500mila al giorno e la campagna rallenta sotto i colpi della psicosi Astrazeneca in alcune regioni. In Sicilia sono 250 mila le dosi del siero di Oxford ancora chiuse nei frigoriferi mentre in un hub a Napoli alcuni sessantenni hanno minacciato i medici, pretendendo di essere immunizzati con Pfizer o Moderna, invece di ricevere il vaccino anglo-svedese. In tutto il Paese sono oltre due milioni gli shot di Astrazeneca ancora nei congelatori e pronti ad essere utilizzati. Il Piano pero’, anche se in ordine sparso nei vari dei territori, va avanti e la struttura del commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, e’ al lavoro con le regioni sul protocollo per le vaccinazioni anti Covid nelle grandi aziende. Secondo una prima stima, la somministrazione – qualche centinaio inizialmente – potrebbe partire nella seconda meta’ di maggio o alla fine del mese. L’intesa riguarda l’organizzazione della logistica e le societa’ dovrebbero farsi carico dei costi di inoculazione, in collaborazione con il sistema sanitario. Alcuni governatori hanno gia’ annunciato documenti simili, come in Emilia Romagna e Lombardia. Quest’ultima da tempo aveva stilato un documento dove le aziende potranno organizzarsi nei propri spazi oppure in strutture dell’Inail. Pronte anche le linee guida delle Regioni per le visite agli anziani nelle Residenze socio-assistenziali, con la proposta di “ingresso a visitatori o familiari in possesso di green pass” oltre a quella di rendere possibile “l’uscita programmata degli ospiti dalle Rsa attraverso l’autorizzazione delle direzioni delle strutture”. Nel Paese le somministrazioni proseguono con marce e modalita’ diverse: in Campania, a Marcianise, sono partite le immunizzazioni anche per centinaia di ventenni, dopo un open day aperto a tutte le fasce di eta’ e che – si annuncia – “visto il successo, sara’ ripetuto presto in altre citta’ del Casertano ed in altre province”. Ma il generale Figliuolo avverte: “la campagna vaccinale continua con focus su anziani e soggetti fragili”, proprio per proseguire sul trend della diminuzione di decessi, ricoveri ordinari e terapie intensive occupate (rispettivamente in calo del 26%, del 34% e del 31% dallo scorso 10 aprile ad oggi). Nel Lazio invece si e’ pronti a vaccinare i tifosi anche in occasione dei prossimi Europei di calcio, che la citta’ di Roma ospitera’. Il modello e’ quello gia’ sperimentato in America dalla Nba, dove una squadra ha immunizzato i propri supporter tra il primo ed il secondo tempo delle partite di basket. Nella stessa regione sono in arrivo 50mila dosi per soddisfare le richieste dei medici di base, che in una lettera al Commissario lamentano pochi vaccini e scarso coinvolgimento nella campagna vaccinale in tutta Italia. La criticita’ principale al momento resta pero’, in alcuni territori, quella di rintracciare e vaccinare gli anziani rimasti proprio a causa della diffidenza dei molti cittadini nei confronti del siero di Astrazeneca. Un timore “comprensibile ma ingiustificato, a fronte di cinque o sei decessi la cui connessione con il vaccino comunque e’ stata esclusa”, spiegano i dirigenti sanitari in Sicilia. In tutta Italia, su un totale di 3.572.061 dosi di shot a disposizione, 2.039.973 sono di Vaxzevria (57,1%): del vaccino dell’azienda anglo-svedese sono state somministrate finora solo il 69% delle dosi consegnate (che sono 6.565.080). Di queste due milioni di dosi, una parte deve comunque essere tenuta da parte: la settimana prossima cominceranno i richiami per chi e’ stato vaccinato a meta’ febbraio, ma anche esaurendo tutte le ‘seconde dosi’ ne resterebbero fuori oltre 500mila. L’esame dell’Agenzia europea del siero cinese Curevac e’ invece appena cominciato.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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