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Cronache

L’Unione europea finanzia 415 progetti su beni confiscati alle mafie per un importo di 273 milioni

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Sono 415 i progetti appoggiati dalla politica di coesione europea che riguardano i beni confiscati alla criminalita’ organizzata, per un finanziamento pubblico netto di oltre 273 milioni di euro. Lo rivela OpenCoesione, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, istituita dall’associazione Libera. Sette progetti su 10 hanno un costo pubblico inferiore ai 650.000 euro e toccano il 28% delle risorse a disposizione. Inoltre, la maggior parte dei finanziamenti sono erogati nell’ambito del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), per un totale di 300 progetti, perlopiu’ concentrati in Sicilia (85 milioni di euro e 151 progetti), Campania (82 milioni di euro e 99 progetti) e Calabria (49 milioni di euro e 84 progetti).

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Ndrangheta: leader Filca-Cisl conoscevano contiguità membro

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I vertici nazionali e torinesi della Filca-Cisl “appaiono consapevoli” della “contiguità all’ambiente ‘ndranghetistico” di Domenico Ceravolo, componente della segreteria di Torino-Canavese del sindacato, da ieri in stato di fermo in un’inchiesta della Dda del Piemonte. E’ quanto si legge nelle carte del procedimento.

I pubblici ministeri della Dda piemontese affermano, nel decreto di fermo, che gli accertamenti (svolti anche presso la Cassa edile) portano a concludere che la presenza di Ceravolo comportasse “vantaggi bilaterali e reciproci” sia per il gruppo ‘ndranghetista che per il sindacato. I pm annotano “l’elargizione di utilità-favori del tutto anomali e non giustificati dall’ordinaria attività di operatore sindacale, utilità decise e gestite dai vertici Ottavio De Luca (segretario nazionale) e Mario De Lellis (segretario provinciale), in costanti e intimi rapporti con Ceravolo”. I “vantaggi” per il sindacato, sempre secondo gli inquirenti, consistevano nella capacità di Ceravolo di “tesserare lavoratori, in particolare tra le imprese riconducibili a soggetti di origine calabrese, garantita dalla contiguità dello stesso Ceravolo all’ambiente ‘ndranghetistico, circostanza di cui De Lellis e De Luca appaiono consapevoli”.

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Abuso su 13enne, bidello condannato per violenza sessuale

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Un bidello di 31 anni, di Senigallia (Ancona), è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) per violenza sessuale per aver molestato un’alunna minorenne. Il fatto risale al 20 maggio dello scorso anno, successo a Senigallia. La ragazzina, 13 anni all’epoca dei fatti, alunna di terza media in un istituto della città, si trovava a teatro impegnata in una attività con la scuola quando il collaboratore scolastico l’ha molestata davanti anche a delle sue amiche. Un gesto improvviso che la turbò profondamente tanto che arrivata a casa si confidò con la madre che poi si rivolse ai carabinieri per sporgere denuncia.

La condanna per il bidello, difeso dall’avvocato Catello De Simone, è arrivata martedì, inflitta dal gup Alberto Pallucchini, in abbreviato. Una perizia fatta fare dalla difesa ha evidenziato disturbi comportamentali dell’imputato, affetto da una sorta di immaturità, che lo avrebbe portato ad interagire con un eccessivo slancio affettuoso. Non si sarebbe voluto approfittare della minore.

Spiegazione che non è stata però ritenuta sufficiente dal giudice per poterlo prosciogliere. Il bidello è stato condannato a risarcire la vittima, parte civile attraverso i familiari con l’avvocato Simeone Sardella, di 15mila euro per i danni morali subiti. Disposta anche l’interdizione perpetua da qualunque ufficio attinente alla tutela, alla curatela o all’amministrazione di sostegno, e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. Interdizione temporanea anche dai pubblici uffici. Il collaboratore scolastico non ha più lavorato nella scuola della minore, poco dopo i fatti era scaduto il contratto.

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Ragazzino di 14 anni morto a scuola, da 3 anni aspettava il trapianto di cuore

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Attendeva da quasi tre anni un trapianto di cuore dal policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove era in cura per una patologia cardiaca, Tommaso Bisciari, il 14enne morto ieri per un malore a scuola Fano. Tre anni fa la famiglia aveva scoperto che il ragazzino, in affanno durante giri in bici, soffriva di una patologia genetica per cui le cellule del suo cuore erano più rigide del normale e l’organo non pompava bene il sangue.

Tommaso, a causa di questo problema cardiaco, non poteva fare sport ma stava bene e aveva una vita regolare. I genitori, Luca e Laura, si erano rivolti all’ospedale bolognese dove Tommaso era in lista d’attesa per l’intervento dal novembre 2021. Le donazioni pediatriche però sono piuttosto rare: la famiglia era stata avvertita di tenersi pronta per un’eventuale chiamata che purtroppo finora non era arrivata, Ieri a scuola, all’Istituto Olivetti di Fano, il giovane era andato in bagno, dicendo di sentirsi poco bene; al rientro in classe si era accasciato e aveva perso i sensi davanti ai compagni ed erano stati inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei sanitari del 118 anche con l’ausilio di un defibrillatore. Il giovane è morto in ambulanza.

La morte di Tommaso ha scosso e addolorato tutta la comunità fanese e marchigiana, il Comune, di cui la madre del ragazzo è dipendente, e la parrocchia di San Cristoforo guidata dal parroco Don Mauro Bargnesi. Venerdì prossimo, alle 15 si svolgeranno i funerali del ragazzo che il 6 ottobre prossimo avrebbe dovuto ricevere la Cresima. “La morte improvvisa di Tommaso è un brutto colpo per la comunità, ha sorpreso tutti e rattrista. Sapevamo che era in cura a Bologna ma pensavamo potesse guarire e stare bene”, dice don Mauro che conosce la famiglia e vedeva Tommaso agli incontri pre-Cresima. L’ultimo appuntamento in parrocchia si era svolto venerdì e Tommaso avrebbe dovuto partecipare ad un altro incontro proprio venerdì prossimo, il giorno fissato invece per il funerale.

“Era un ragazzo tranquillo, allegro – ricorda il sacerdote – non scalmanato, anche a causa della patologia, e molto partecipe agli incontri”. Per commemorare il ragazzo, la parrocchia ha organizzato per giovedì sera, alle 21, una veglia di preghiera, con un rosario, che precederà la data delle esequie. Il cordoglio per la giovane vita spezzata era arrivato anche dal Comune di Fano: il sindaco Luca Serfilippi ha parlato di “una giornata di grande dolore per la comunità”, esprimendo la propria vicinanza alla famiglia del ragazzo.

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