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Business migranti in Campania, sospesa fornitura pasti alle cooperative che gestiscono centinaia di disperati: non pagano da un anno

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Quattro euro al giorno per ogni migrante assistito. Quattro euro e 10 centesimi solo per fargli avere fino a destinazione, ovvero il centro di accoglienza, colazione, pranzo e cena serviti a tavola. Merendina e latte la mattina. Primo, secondo con contorno, pane, acqua, frutta e posate entro le 13 ed entro le 18 30. I contratti stipulati con le cooperative che gestiscono i centri di accoglienza con aziende che si occupano di ristorazione sono più o meno sempre gli stessi. Possono cambiare le cifre, in alcuni casi a danno della qualità possono spuntare prezzi migliori, ma capirete che parliamo di una cifra già risibile per dare pane e companatico decente ad un essere umano tutto il giorno. Peraltro, in questi contratti di somministrazione forse visionati e collezionati anche dalle prefetture d’Italia, che di fatto hanno in mano la borsa dell’affare accoglienza, si possono prevedere là dove necessario anche pasti per regimi alimentari specifici per questioni di salute (diabetici, iposodici) o religiose (alimentazione per musulmani).

In Campania, alcune importanti aziende che si occupano di ristorazione e che hanno siglato contratti di somministrazione di pasti con le cooperative o società ad hoc che gestiscono i migranti nei centri di accoglienza sparsi su tutto il territorio regionale, da un anno circa (in alcuni casi casi anche di più) non vengono pagate con gravi danni e pericoli anche per le stesse aziende fornitrici di pasti intanto tenute a pagare tasse, dipendenti e prodotti da servire quotidianamente .
Servizio mensa regolarmente svolto. Fatture emesse ma non liquidate. Di conseguenza contenziosi giudiziari per ottenere i dovuti pagamenti dai gestori dei migranti che con il passar del tempo possono anche danneggiare seriamente la migliore azienda fornitrice impossibilitata a rientrare dei propri legittimi crediti .

A view of immigrants slum of San Ferdinando, near Gioia Tauro Harbour, some 300 immigrants live inside the slum. In the last week 16 immigrants died in southern Italy in two serious road accidents. the migrants traveled after work in the fields in vans without the minimum safety requirements.

Non abbiamo accesso alla intera documentazione che riguarda questo servizio in Campania ma parliamo di cifre importanti, milioni di euro, anche perchè sono cifre relative ad un servizio che viene fornito regolarmente a migliaia di persone. Onde evitare di sparare numeri a caso e rendere un cattivo servizio alla verità, prendiamo in esame un caso concreto.

Un problema che può diventare esplosivo e di cui dovrà occuparsi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, proprio domani quando sarà in visita a Napoli, in Prefettura, per presiedere un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato appositamente per Napoli e Caserta.

Succedono cose strane in questo pezzo Italia in questi mesi. La mafia della monnezza sta bruciando gli impianti per il trattamento dei rifiuti per far ripiombare il sistema nel caos e tornare a fare affari sulla monnezza. Come faceva e continua a are. Ma torniamo all’affare dei migranti.

A view of immigrants slum of San Ferdinando, near Gioia Tauro Harbour, some 300 immigrants live inside the slum. In the last week 16 immigrants died in southern Italy in two serious road accidents. the migrants traveled after work in the fields in vans without the minimum safety requirements.

A fine mese una primaria azienda di ristorazione napoletana che ha in essere contratti di somministrazione di pasti con alcune cooperative e società che gestiscono centri di accoglienza con decine di migranti, come formalmente comunicato ai soggetti inadempienti e per conoscenza alla Prefettura per la delicatezza e serietà della problematica, sarà costretta a sospendere il servizio. Scaduti i termini fissati nelle ingiunzioni di pagamento a carico dei debitori se questi entro 24 ore non pagheranno le fatture emesse per le prestazioni effettuate nell’ultimo anno, i pasti non saranno più erogati e i migranti rischieranno di non potersi nutrire. E si sa, quando c’è fame, è difficile controllare centinaia di persone. Quindi all’orizzonte ci sono certamente questioni economiche da affrontate ma anche problemi di ordine e sicurezza pubblica là dove i pasti non verranno serviti e se non ci saranno piani alternativi per soddisfare i morsi della fame dei migranti accolti.

Intanto, questa azienda di ristorazione di cui parliamo, ha già dato mandato all avvocato Angelo Pisani di depositare decreti ingiuntivi a carico delle cooperative e società debitrici per poi procedere alla procedura esecutiva e pignoramenti presso terzi, ossia alla Prefertura cui si chiede di non pagare tali cooperative ma prima l’azienda che regolarmente ha prodotto e garantito i pasti senza esser pagata , per poter incassare i soldi delle fatture emesse ed ancora ingiustificatamente inevase come dichiara negli atti l’avvocato Pisani. Dagli atti risulta che ci sono almeno due cooperative (Cooperativa sociale Samira, Cooperativa San Martino) e una società “la San Giuseppe Gestioni srl” che riceveranno procedure esecutive o hanno già ricevuto ingiunzioni senza fornire alcun riscontro . La Samira deve pagare 365.522 euro. San Giuseppe Gestioni 217.427 euro; San Martino 71.921 euro. La cifra che questa azienda di ristorazione napoletana vanta da queste tre cooperative che abbiamo citato (ma siamo a conoscenza anche di altri casi e non si sa quanti ancora c’è ne sono in giro ) si aggira intorno ai 700 mila euro.

A partire dal giorno in cui le tre cooperative riceveranno notifica del decreto ingiuntivo, avranno a disposizione giorni altri giorni per pagare ma intanto l’avvocato Pisani ha formalmente avvisato la Prefettura di Napoli delle violazioni contrattuali dei suoi gestori di migranti e del pericolo della sospensione delle forniture pasti per il mancato pagamento che non permette più la produzione ed assistenza .

Ma quanti altri casi come i tre che abbiamo appena citato ci sono in Campania? Quanti altri dello stesso tipo ci sono in Italia? Difficile rispondere a questa domanda perchè la cura e l’assistenza dei migranti in Italia era ed è un affare per pochi. E qui i migranti non sono protagonisti ma vittime di chi sulla loro pelle fa affari. Ci sono troppi improvvisati benefattori che all’improvviso sono diventati imprenditori del sociale, hanno improvvisato on lus, aperto società per gestire, col beneplacito delle prefetture, migranti che in questi anni sono arrivati dall’altra parte del Mediterraneo. Quello che accade tra Prefetture e queste aziende che sono titolari di centri di accoglienza è un terreno minato dove ogniqualvolta un magistrato decide di vederci chiaro finisce in galera qualcuno.

Purtroppo la lista delle illiceità, irregolarità, reati commessi che emergono dagli accertamenti effettuati sono quasi sempre gli stessi, dalle Alpi a Mazara del Valli. Cooperative che per misteriosi motivi riescono a farsi assegnare convenzioni per accogliere migranti fornendo nella richiesta un indirizzo cui non corrisponde alcuna struttura di accoglienza ma case private personali.

Società di servizi che accolgono migranti in centri pubblici ma richiedono affitti come se fossero di loro proprietà, posti che presentano “carenze igienico-sanitarie”, centri in immobili abusivi, senza certificato di agibilità. E potremmo andare avanti all’infinito nel descrivere inchieste già concluse o in via di ultimazione.


Ora però qualcosa si è bloccato. Il Viminale ha chiuso i rubinetti. Non esce più un centesimo. Il ministro ha chiesto accertamenti sul meccanismo di funzionamento della spesa in ogni singola prefettura e a breve spiegherà come e fino a che punto vuole tagliare la retta giornaliera che lo Stato spende per ogni migrante ospitato in Italia. Ad oggi sono 32,50 euro per vitto e alloggio e 2,50 euro per i pocket money. Il ministro Salvini dice che il taglio sarà drastico, intanto ci sono aziende che hanno prestato un servizio (quello dei pasti) che vantano crediti per centinaia di migliaia di euro e rischiano di fallire perchè le cooperative non pagano. Come se ne esce da questa brutta storia?

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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