Collegati con noi

Economia

52 Commissari opere pubbliche, strade, Av e Metro C

Pubblicato

del

Si va dalla statale 106 Ionica a collegamenti adeguati per il settore sud orientale della Sicilia lungo l’itinerario Ragusa-Catania, fino all’anello ferroviario e la metro C di Roma. Sono alcune delle opere infrastrutturali gia’ identificate con il Dl Semplificazioni, per le quali il Governo, dopo molta attesa e le polemiche espresse ancora in questi giorni, ha provveduto a stilare la lista di 52 commissari commissari, per lo piu’ tecnici dell’Anas, del Ministero dei Trasporti o di Rfi. “Si e’ ritenuto utile di proporre solo nominativi aventi requisiti di alta professionalita’ tecnico -amministrativa anche gia’ afferenti alle stesse strutture pubbliche” e’ spiegato nel Dpcm di nomina. Perche’ il complesso delle opere interessate va dal trasporto ferroviario a quello stradale a quello di massa con il progetto di prolungamento della Metro C di Roma, oltre il centro storico fino al quartiere Mazzini. Per questo strategico asset il commissario nominato e’ Maurizio Gentile, ex ad di Rfi ed attuale commissario straordinario per la messa in sicurezza della A24 e A25. Figurano quindi la SS 16 Adriatica, intervenendo per l’adeguando del tratto compreso tra San Severo e Foggia e provvedendo a opere di manutenzione straordinaria per il recupero funzionale della tangenziale Ovest di Foggia nonche’ l’AV/AC Brescia-Verona-Padova per realizzare un’importante tratta del collegamento ferroviario AV/AC tra Milano e Venezia, parte del tracciato del Corridoio Mediterraneo (TEN-T). Figurano tra le opere anche il potenziamento delle tratte di accesso al Brennero e la linea Venezia Trieste con il potenziamento tecnologico sulla linea storica prevedendo anche interventi infrastrutturali quali la soppressione dei passaggi a livello. Finanziamento anche per la linea Genova-Ventimiglia ed il raddoppio della tratta Andora-Finale. Tra Pescara e Bari si prevede di completare il programma di raddoppio della direttrice adriatica mentre sulla linea Roma-Pescara si riducono i tempi di percorrenza mediante interventi di potenziamento tecnologico del tracciato attuale e la costruzione di opere in variante. Finanziamenti anche per Orte-Falconara e a Sud per la linea Salerno -Reggio Calabria e Palermo-Trapani. Sulla Napoli-Bari si prevede di completare la realizzazione dell’AV/AC della linea con miglioramento dell’accessibilita’ al servizio nelle aree attraversate, sia per i servizi nazionali di lunga percorrenza sia per il servizio regionale, con interventi di raddoppio e di variante all’attuale tracciato. E’ previsto un intervento anche per l’anello ferroviario di Roma nella Cintura Nord. Tra i costi stimati maggiori figurano quelli destinati alla 106 Jonica (3 miliardi circa), il potenziamento della Salaria lungo i vari tratti del percorso (1 mld), la E78 Grosseto-Fano (1,9 mld) nonche’ 990 milioni per la cosiddetta strada degli scrittori in Sicilia. Cospicui anche i finanziamenti stimati per la linea Napoli-Bari (5,8 mld) e Brescia-Verona-Padova (8,6 mld) nonche’ per quella Venezia-Trieste (1,8 mld). “Oggi si fa un altro passo avanti nel percorso delle semplificazioni, nodo centrale dell’azione di governo. Con il Dpcm di nomina dei commissari in Parlamento” si da’ il via a 58 opere “strategiche su tutto il territorio italiano”, commenta Emanuele Scagliusi (M5S) in Commissione Trasporti. “Parliamo di lavori per 60 miliardi di euro che potranno dare una spinta al settore delle infrastrutture a cominciare dalle opere stradali, ferroviarie ma anche importanti interventi per trasporti rapidi di massa, ferroviari e portuali”. “Apprendiamo che le nostre sollecitazioni hanno consentito il raggiungimento di un traguardo: l’invio della lista dei commissari”, dichiara Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera. La Commissione aveva infatti chiesto al Mit di integrare l’elenco delle opere da realizzare attraverso le figure commissariali, peraltro gia’ concordato nel contesto dell’approvazione del Dl Semplificazioni, appunto con i commissari, “dal momento che – sottolinea Paita – sei mesi non erano bastati per individuarle”.

Advertisement

Economia

Multa Ue da 800 milioni per il Marketplace di Facebook

Pubblicato

del

Schiaffo dell’Ue a Meta da quasi 800 milioni di euro. La Commissione europea ha multato la società madre di Facebook per aver violato le norme sulla concorrenza. L’accusa è duplice: secondo Palazzo Berlaymont, il gruppo californiano ha abusato della propria posizione dominante sui social network per avvantaggiare Facebook Marketplace, la popolare piattaforma per acquistare e vendere beni di seconda mano. “Tutti gli utenti di Facebook hanno automaticamente accesso a Facebook Marketplace e vi sono regolarmente esposti, che lo vogliano o meno”, è il ragionamento della Commissione, secondo cui i concorrenti di Facebook Marketplace rischiano in questo modo di essere “estromessi dal mercato” se non sono in grado di eguagliare questo “vantaggio sostanziale”.

Non solo. Secondo l’Antitrust europea, Meta ha anche imposto delle condizioni commerciali inique ad altri fornitori di servizi di annunci online classificati che pubblicizzano sulle sue piattaforme, in particolare su Facebook e Instagram. Pratica questa che consente a Meta di usare i dati relativi agli annunci generati da altri inserzionisti a esclusivo vantaggio di Marketplace. La vice presidente della Commissione, Margrethe Vestager, ha quindi intimato di “porre fine a questa condotta” considerata “illegale ai sensi delle norme antitrust dell’Ue”.

La multa, del valore di 797,72 milioni di euro, è stata determinata tenendo conto della durata e della gravità dell’infrazione, nonché del fatturato di Facebook Marketplace, cui si riferiscono le infrazioni, e del fatturato totale di Meta. Si tratta della settima multa più grande comminata dall’Ue per pratiche anti-concorrenziali, in una classifica in cui spiccano Google, Apple e Intel. A stretto giro è arrivata la replica di Meta, nel mirino di Bruxelles anche per le sue regole sull’uso dei dati personali per la pubblicità mirata. “La decisione ignora – secondo il colosso social di Mark Zuckerberg – le realtà del mercato e servirà solo a proteggere i marketplace storici dalla concorrenza”. Palazzo Berlaymont, ha aggiunto Meta, non ha fornito “alcuna prova di un danno competitivo per i rivali o di un danno per i consumatori”. Per questo motivo, pur impegnandosi a lavorare “in modo rapido e costruttivo” a “una soluzione che affronti i punti sollevati”, il gigante tech ha annunciato di voler ricorrere contro la decisione della Commissione.

Continua a leggere

Economia

Crisi dell’auto, Urso mette altri 200 milioni in manovra

Pubblicato

del

Aumentano le risorse per il settore auto. Dopo il taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, punta a mettere in campo maggiori risorse e assicura che nella manovra potrebbero esserci per il 2025, altri 200 milioni di euro. Ma chiede a Stellantis di assumersi la responsabilità sociale del rilancio in Italia con un piano dettagliato. Restano scettici i sindacati che insistono sulla necessità di spostare il confronto a Palazzo Chigi. Per ora è convocato un nuovo incontro al Mimit il 16 dicembre.

“Non abbiamo intenzione di chiudere nessun stabilimento in Italia e neppure di fare licenziamenti collettivi. Stellantis ha un piano solido per l’Italia, che è stato condiviso coi nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo”, assicura Giuseppe Manca, responsabile risorse umane del gruppo in Italia, che ricorda gli interventi previsti in tutti gli stabilimenti. Tra le novità più significative c’è il fatto è che l’azienda non ha ancora deciso dove realizzare la piattaforma small per le city car e l’Italia con la fabbrica di Pomigliano è tra i candidati con Francia e Spagna. Urso assicura che nella manovra potrebbero esserci per il 2025, oltre ai 200 milioni residui del fondo, altri 200 milioni di euro. A questi si aggiungono i 240 milioni rimasti dai vecchi piani per gli Ecobonus.

Ci sono poi 500 milioni per i contratti di sviluppo sui settori in transizione, a cominciare dall’automotive, che potrebbe raddoppiare dopo un confronto con la Commissione europea. In totale si tratta dunque, secondo i calcoli del ministero, di “un miliardo e 640 milioni” negli anni 2025 e 2026. Risorse che saranno destinate non più agli incentivi, ma a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive. “Gli ecobonus – spiega Urso – svenano gli Stati, ma non risolvono il problema. È come svuotare un oceano con dei secchielli. Quest’anno abbiamo investito un miliardo di euro di intesa con Stellantis, che aveva sostenuto che la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. È accaduto esattamente il contrario e quindi, come preannunciato, non la riproporremo più. Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive”.

A Stellantis Urso chiede un Piano Italia con risorse significative, di indicare come intenda realizzare i contratti di sviluppo e senza riduzioni significative dell’occupazione, che investa sulla gigafactory, realizzi in Italia la nuova piattaforma per le auto di piccola dimensione che significherebbe coinvolgere e sostenere la componentistica italiana. Il piano illustrato da Manca prevede per Melfi cinque modelli: nel 2025 uscirà nel primo trimestre la prima Ds e, nel terzo, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel primo trimestre la seconda vettura Ds, nel secondo la Jeep Compass Ibrida e nel terzo la nuova Lancia Gamma. Valutazioni sono in corso per nuovi progetti a Pomigliano e ad Atessa, a Cassino la Maserati Grecale andrà oltre il 2030. Cose già note, sostengono i sindacati. “Il tavolo al Mimit finora si è dimostrato non solo inefficace, ma addirittura controproducente. Non si può pensare di coinvolgere Palazzo Chigi solo in caso di esito positivo di una discussione in procinto di naufragare” afferma Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm. “Nessun passo in avanti né dal governo né da Stellantis” commenta la Fiom, mentre per il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, “serve una spinta in più”.

Continua a leggere

Economia

Manca, a Melfi 5 modelli tra il 2025 e il 2026

Pubblicato

del

“Stellantis non intende chiudere nessun stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi”. Lo ha ribadito Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, illustrando il piano industriale per l’Italia, al tavolo convocato dal ministro Adolfo Urso. In particolare su Melfi (foto Imagoeconomica di una catena di montaggio Stellantis) Manca ha ricordato che arriveranno cinque modelli precisando cìi tempi dei lanci: nel 2025 uscirà nel primo trimestre la prima Ds e, nel terzo, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel primo trimestre la seconda vettura Ds, nel secondo la Jeep Compass Ibrida e nel terzo la nuova Lancia Gamma.

A Cassino, sulla nuova piattaforma Stella Large – ha spiegato Manca – saranno prodotte la nuova Stelvio (2025) e la nuova Giulia (2026), in versione Bev; più un ulteriore modello negli anni successivi. La Maserati Grecale andrà oltre il 2030. Per quanto riguarda Pomigliano “grazie anche alla normativa Euro 7 rivista, risultato per il quale ringraziamo di nuovo il governo per la sua azione in Europa – ha detto il responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia – abbiamo prolungato l’amata Panda di Pomigliano fino al 2029, data oltre la quale si sta lavorando alla possibilità di un nuovo progetto su cui ancora stiamo verificando la possibilità all’interno del gruppo. Nel frattempo, prosegue la produzione di Hornet e Tonale almeno fino al 2027”. A Mirafiori entro il 2025 sarà effettuato il reshoring della 500 ibridai, inoltre sarà dotata di una nuova batteria anche la versione Bev. Con un investimento di 240 milioni di euro sta nascendo il Mirafiori Automotive Park 2030, che, oltre alle carrozzerie, include lo stabilimento eDCT che attualmente occupa 852 persone rispetto alle 500 previste, 20 turni settimanali e una produzione che a regime raggiunge 600.000 unità all’anno

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto