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Bankitalia, meno caduta pil ma ripresa si allontana

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La seconda ondata di pandemia che sta colpendo il nostro paese l’Europa e vaste aree del mondo fa allontanare la ripresa economica italiana del 2021. La Banca d’Italia ritocca cosi’ le stime di luglio, in linea con quanto fatto dalla Bce, e se registra appunto un 2020 meno disastroso del previsto, -9% contro il precedente -9,5%, vede il prossimo anno la crescita fermarsi al 3,5% contro un iniziale previsione del 4,8%. Il 2021 infatti risentira’ “dell’effetto trascinamento della flessione del prodotto nella parte finale del 2020”. Le stime dipenderanno molto dall’andamento della pandemia nei prossimi mesi anche se aiuteranno le ingenti risorse stanziate dalla legge di bilancio e i fondi europei del recovery fund. Banca d’Italia calcola che potranno “innalzare il livello del Pil complessivamente di circa 2,5 punti percentuali nell’arco del triennio 2021-23″. Un sostegno importante a patto, come ha ammonito piu’ volte Via Nazionale anche in audizioni al Parlamento, che vi sia una ” tempestiva attuazione” e una “concreta specificazione degli ulteriori interventi, che si prevede vengano in larga parte definiti nei prossimi mesi e inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Restera’ ancora l’incertezza delle famiglie. Con un alto tasso di risparmio precauzionale con una ripresa dei consumi piu’ graduale rispetto a quella del prodotto. Gli investimenti recupererebbero, dopo la forte caduta quest’anno, in misura piu’ accentuata di quanto atteso a luglio, sospinti dagli interventi finanziati con i fondi Next Generation EU nonche’ dalle favorevoli condizioni di finanziamento. Sul piano del mercato del lavoro, la diminuzione del numero di occupati quest’anno, sottolineano le previsioni “sarebbe stata limitata all’1,8 per cento, grazie all’esteso ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG); dopo una riduzione nel 2021, che riflette l’effetto ritardato della crisi pandemica, gli occupati tornerebbero ad aumentare nel 2022 e nel 2023”.

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Tensioni alla Sapienza, polizia carica i manifestanti

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Contro i “camerati” e in generale contro la “repressione” del governo. La settimane del voto alla prima Università di Roma, chiude com’era iniziata: con scontri tra gli studenti e le forze dell’ordine. La Capitale, è stata teatro del dissenso contro l’esecutivo, anche per azioni dei movimenti ambientalisti e femministi. Ad animare la giornata sono state le lotte studentesche. Ancora momenti di tensione all’università La Sapienza: i Collettivi studenteschi e le forze di polizia sono venuti a contatto e alcuni studenti sarebbero stati colpiti durante le cariche di alleggerimento. I Collettivi, che erano in assemblea fuori dalla facoltà di Giurisprudenza, si sono mossi in un corteo per arrivare alla facoltà di Economia, dove erano in presidio gli studenti di Azione Universitaria.

A quel punto i manifestanti sono stati bloccati dalla Digos tra via del Castro Laurenziano e viale Ippocrate, dove sono stati allontanati dalle squadre della polizia presenti sul posto. Nella sera i collettivi hanno ripreso il corteo dopo l’assembla antifascista. Arrivando a Economia, dopo aver replicato sulle scalinate del dipartimento il presidio di Azione Universitaria, sono entrati nella facoltà, e forzando le bacheche, hanno strappato i manifesti del movimento di destra e fatto delle scritte. “Fuori i rossi dall’università”. “Il futuro dell’Italia siamo noi”.

E ancora: “Polimeni cacci gli abusivi”. Oppure: “Siamo tutti quanti studenti”, questi invece i cori intonati da Azione universitaria. Dopo queste giornate è stata la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, a contattare la rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni, per essere aggiornata sugli episodi avvenuti in ateneo e per esprimere vicinanza all’addetto alla vigilanza rimasto ferito negli scontri dei giorni scorsi, condannando qualsiasi forma di violenza e prevaricazione. Dal centrodestra arrivata la condanna mentre dal centrosinistra netta la richiesta a Fdi di scuse a agli studenti, per il blitz di ieri.

Oggi scritte sono comparse dopo il corteo all’esterno dell’Università: “Dove sono i camerati?”, con sotto la corda del gioco dell’impiccato. E accanto la risposta: “azione universitaria”, firmato Sapienza antifascista. Ma i giovani non sono gli unici ad aver manifestato il proprio dissenso. Infatti, mentre alla Sapienza saliva la tensione, altri movimenti mettevamo in scena diverse azioni. Oltre cento attivisti di Extinction Rebellion hanno posizionato delle tende davanti al ministero dell’Interno scaricando diversi quintali di letame in piazza. Le femministe hanno invece avuto come obiettivo, le frasi del ministro Giuseppe Valditara alla fondazione Giulia Cecchetin. Così, questa mattina, le attiviste di ‘Bruciamo Tutto’, sono arrivate davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, e hanno lanciato sul ministero di Valditara dei palloncini riempiti di tempera di colori rosso, giallo e viola.

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Le dash cam per vendere informazioni a Mosca, 2 indagati

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Avrebbero collaborato con “i servizi di intelligence russi” per un’attività inquietante di “spionaggio”, prestandosi a fornire, in cambio di criptovalute, “dati sensibili”, documentazione “classificata”, fotografie di installazioni militari e informazioni su tecnici specializzati nel campo dei droni e della sicurezza elettronica. E pure la “mappatura” dei sistemi di video sorveglianza di Milano e Roma, “mostrando particolare” attenzione alle “zone grigie”, ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere. E’ quanto contesta la Procura di Milano a due imprenditori italiani di 34 e 60 anni, titolari di una società in Brianza, esperti nel campo delle tecnologie e “filo-russi”. Ai due è stato recapitato oggi l’avviso di conclusione delle indagini per il reato di “corruzione del cittadino da parte dello straniero”, aggravato “dall’art. 270 bis”, in quanto commesso per “finalità di terrorismo ed eversione”.

I rapporti tra i due indagati e persone ritenute legate agli 007 di Mosca sarebbero nati prima sul deep web e poi proseguiti su Telegram, dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina. E gli imprenditori avrebbero agito, oltre che per alcune migliaia di euro, a volte 2mila a volte 10mila in criptovalute, anche per finalità prettamente “ideologiche”, perché dalla parte della Russia nel conflitto e contro “le politiche occidentali”. L’inchiesta, coordinata dal pm Alessandro Gobbis del pool antiterrorismo, guidato dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, iniziata a partire dall’aprile scorso, scaturisce dagli esiti di una complessa attività investigativa condotta dal Ros di Milano, in collaborazione con la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.

Indagine, a cui ha collaborato anche l’Aise, nella quale sono stati “riscontrati a partire dal 2023 l’adescamento, da parte di cittadini russi, e la successiva corrispondenza sul canale telegram” tra loro e i due indagati. Questi ultimi si sarebbero messi a disposizione per acquisire informazioni, dalle più banali come ricerche sul web anche da fonti aperte, come le Camere di Commercio, fino a fotografie anche del Duomo di Milano, fino ad immagini di caserme ed obiettivi militari, alcune anche tecnicamente impossibili da realizzare. Ma pure per una raccolta più ampia di dati, simile ad operazioni di dossieraggio, in particolare su imprenditori. La richiesta degli apparati di intelligence sarebbe stata, poi, quella di arrivare a ‘vedere’ dove non ci sono telecamere, anche se non c’è prova nelle indagini che avessero possibilità di entrare nei sistemi di videosorveglianza pubblici o privati.

Le perquisizioni eseguite nei confronti dei due prima dell’estate, infatti, hanno fatto emergere interessi per la “mappatura” dei sistemi di videosorveglianza di Milano e Roma, con particolare attenzione alle “zone grigie”, ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere. E proprio la volontà di avere il “controllo” su certe zone delle città o su aree militari è ciò che ha destato maggiore “allarme” tra gli inquirenti della Procura guidata da Marcello Viola. Infine, è venuto a galla anche una sorta di piano per trasferire informazioni a Mosca: i due, destinatari dell’atto di chiusura delle indagini, avrebbero pure proposto a cooperative di taxi di Milano un “business plan” che prevedeva l’installazione a titolo gratuito di “dash cam”, piccole videocamere da cruscotto in genere di sicurezza. E ciò nella prospettiva di affidare, all’insaputa dei tassisti, la gestione delle immagini di intere aree cittadine all’intelligence russa e per “molteplici finalità”. Tra queste quella più concreta, per gli inquirenti, è una attività di “spionaggio” ad ampio spettro.

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Modi, l’amicizia con l’Italia aiuta a rendere il mondo migliore

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“Felice di aver incontrato il primo ministro Giorgia Meloni a margine del Summit G20 di Rio de Janeiro. I nostri colloqui si sono incentrati sull’intensificazione dei rapporti in ambiti come difesa, sicurezza, commercio e tecnologia. Abbiamo anche parlato di come incrementare la cooperazione in settori come cultura, istruzione e altri ambiti simili. L’amicizia tra l’India e l’Italia può contribuire enormemente a rendere il pianeta migliore”. Lo scrive il primo ministro indiano Narendra Modi su X dopo l’incontro con la premier italiana a margine del G20 di Rio de Janeiro.

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