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Esteri

Colombia, in 15 anni quasi 400 massacri e oltre 1.800 morti

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Undici persone uccise in due massacri in Colombia. Un Paese dove è in corso una nuova escalation di violenza. le autorità locali parlano di queste uccisioni che si aggiungono a ulteriori 33 massacri documentati finora dalle Nazioni Unite nel 2020. Nella fattispecie, in una zona montuosa del dipartimento di Cauca (sud-ovest). Nell’ultimo caso “sei persone sono state uccise nel villaggio di Uribe da un gruppo di uomini armati”, ha riferito Carlos Vela, sindaco del comune di El Tambo, nel quale è avvenuto il massacro.

I dirigenti di questa regione prevalentemente contadina hanno allertato le autorità locali, ma a causa delle difficoltà di accesso e di comunicazione , le informazioni sono ancora scarse. In precedenza, il governatore del dipartimento di Arauca, al confine con il Venezuela, aveva denunciato un massacro di cinque persone nel comune di Arauca. Entrambe le regioni si trovano in una posizione strategica per il traffico di cocaina. Inoltre, in queste zone continuano i conflitti con l’Esercito di liberazione nazionale, riconosciuto come l’ultimo guerrigliero in Colombia, con i dissidenti dell’ex gruppo ribelle delle Farc, che hanno dato inizio a una nuova ribellione chiamata Segunda Marquetalia, e bande di narcotrafficanti di origine paramilitare.

La Colombia è stato un Paese teatro negli ultimi 15 anni – durante le presidenze di Alvaro Uribe, Juan Manuel Santos e Ivan Duque – di quasi 400 massacri che hanno causato un totale di almeno 1.853 morti. Il dato è stato diffuso oggi da Radio Caracol di Bogotà ed e’ basato su rapporti del ministero della Difesa e della Polizia nazionale redatti a partire della fine del 2004, e riguardanti “uccisioni di almeno quattro persone nello stesso luogo e nella stessa ora”. Il tema e’ considerato di grande attualita’ perche’ nelle ultime due settimane, in diversi dipartimenti colombiani, sono avvenuti almeno sei massacri che hanno causato la morte di 35 persone, fra cui moltissimi giovani, senza che finora le autorita’ abbiano potuto spiegare in modo convincente la ragione di questa fiammata di violenza. Secondo i dati pubblicati sulla Rivista di criminalita’ della polizia colombiana, durante la presidente Uribe i massacri sono stati (fra il 2005 e il 2009) 177, per un totale di 889 morti. Successivamente, fra il 2010 e il 2017, per lo stesso numero di massacri registrati durante la gestione di Uribe (177), il presidente Santos ha accumulato l’uccisione di 759 persone. quasInfine, nei due anni al potere dell’attuale presidente Duque, si sono avuti 40 massacri, per un totale di 205 morti.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Esteri

Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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