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Cronache

Banda di ladri d’auto pugliesi faceva razzie tra Taranto e Lecce, la polizia mette fine a furti e cavalli di ritorno

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In otto finiscono in cella, altri cinque ai domiciliari. Sono i componenti di una banda di soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto di autovetture, ricettazione, riciclaggio ed estorsione. L’indagine partì nel febbraio 2018. Numerose denunce di furti di auto consumati nel capoluogo e nella provincia di Taranto avevano consentito di accertare l’operatività di una organizzazione criminale operante nella provincia di Taranto (ma anche Brindisi e Lecce), dedita alla commissione furti di autovetture nuove (soprattutto Fiat 500, Fiat Panda, Lancia Y e Land Rover “Evoque”), ricettarle oppure estorcere denaro ai legittimi proprietari in cambio della restituzione, il cosiddetto “cavallo di ritorno”.
La banda era molto bel organizzata: vantava la disponibilità non solo di mezzi, infrastrutture, arnesi ed attrezzi utili allo scassinamento delle autovetture, ma anche di centraline elettroniche di autovetture di ultimissima generazione, di locali ove custodire i materiali necessari a compiere i furti, dove parcheggiare provvisoriamente i veicoli rubati, di figure professionali di comprovata esperienza (meccanici e carrozzieri). Un’associazione criminale capace di porre in essere numerose operazioni illecite – al punto da indurre uno degli indagati a sostenere “… taglia le macchine e le portiamo…ogni giorno ne porto una!”.
A fianco alla figura dei capi – soggetti dall’elevata caratura criminale, che decidevano le operazioni illecite da compiere, tenendo le fila delle trattative con le vittime delle estorsioni e con le figure professionali che cooperavano per il riciclaggio delle vetture rubate, e talvolta chiamati pure ad appianare piccoli contrasti insorti tra i vari membri in ordine alla spartizione dei profitti-, si ponevano altri soggetti (fra cui anche una donna, non destinataria di misura) che collaboravano nei furti e nella gestione dei “cavalli di ritorno”, ed il cui contributo era tuttavia indispensabile in vista della realizzazione dei vari colpi pianificati dai vertici. In tutto i soggetti individuati ed indagati sono 22. Di questi molti rispondono di accuse gravi in stato di libertà.

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Cronache

Dal campo di calcio al carcere: la drammatica storia di Gennaro Musella

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La violenza scaturita su un campo di calcio amatoriale di Napoli due anni fa torna al centro dell’attenzione per l’inasprimento della misura cautelare nei confronti di Gennaro Musella, protagonista di un duplice tentato omicidio. Quella che doveva essere una semplice partita tra due squadre locali si è trasformata in un incubo di violenza e sangue, segnando in modo indelebile la vita dei partecipanti e delle vittime.

Tutto si è svolto nell’ottobre del 2022 sui campi di calcio di via San Rocco, durante una partita tra le squadre amatoriali dei “Bandidos Argentinos” e gli “Scugnizzi”. Gennaro Musella, allora ventenne, reagì a un intervento in scivolata da parte di un difensore avversario con una ferocia inaudita: estrasse un coltello nascosto nei pantaloncini e colpì ripetutamente l’avversario all’addome, riducendolo in fin di vita. Non contento, rivolse la sua furia verso un altro giocatore, colpendolo anch’esso.

La dinamica dell’aggressione fu chiara dalle immagini agli atti: Musella, spinto dalla rabbia e, pare, dalle incitazioni del padre sugli spalti (“uccidili, uccidili”), reagì in modo spropositato, infliggendo ferite gravi che avrebbero potuto avere esiti tragici. Il suo comportamento sul campo fu definito “pulp” per la brutalità e l’assenza di un minimo freno emotivo.

A seguito dell’arresto immediato, Musella è stato processato per duplice tentato omicidio. Difeso dall’avvocato Rosario Arienzo, ha scelto il rito abbreviato, ammettendo le proprie responsabilità e risarcendo le vittime. Nonostante la gravità dei fatti, la sua confessione e il percorso giudiziario gli hanno permesso di ottenere una riduzione della pena rispetto alle richieste della pubblica accusa. Condannato a quattro anni di reclusione, Musella ha trascorso un periodo agli arresti domiciliari.

Tuttavia, la recente violazione degli obblighi imposti dal regime di detenzione domiciliare ha portato al suo arresto. Le autorità hanno deciso di inasprire la misura cautelare, trasferendolo in carcere, dove Musella dovrà scontare il resto della sua condanna.

Il caso di Gennaro Musella ha destato scalpore non solo per la ferocia dell’aggressione, ma anche per le sue implicazioni familiari. Musella è infatti il nipote di Maria Licciardi, nota madrina di camorra, anche se in questo specifico contesto non sono state rilevate aggravanti di stampo mafioso. Tuttavia, la figura paterna ha avuto un ruolo decisivo nell’incitare la violenza, portando anche alla sua condanna.

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Cronache

Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Cronache

Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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