I nuovi contagi calano, ma resta l’allerta per i focolai da Covid in tutto il Paese. A preoccupare sono gli ultimi scoppiati a Savona, a Cosenza e in Trentino. Ma si guarda gia’ oltre ai prossimi mesi: se la fondazione Gimbe invoca un piano “per gestire la convivenza tra epidemia influenzale e coronavirus, che sara’ la vera emergenza autunnale”, il viceministro Sileri in vista della ripresa della scuola segnala tra le priorita’ l’inserimento della figura del medico scolastico. A segnare un bilancio rassicurante nelle ultime ore e’ il numero dei nuovi positivi, nell’ultimo giorno 190, ma che non si registrano in ben nove regioni: Marche, Puglia, Valle d’Aosta, Umbria, Sardegna, Calabria, Molise e Basilicata, includendo nella lista anche la provincia autonoma di Bolzano. Le vittime in 24 ore sono state invece 13, di cui otto solo in Lombardia, per un numero complessivo di 35.058 decessi. I casi totali salgono a 244.624 e gli attualmente positivi sono ora 12.404 (-36), con 197.162 (+213) guariti complessivi. I pazienti in terapia intensiva sono ora 47, i ricoverati con sintomi sono 745 (+2), quelli in isolamento domiciliare 11.648 (-36). Ma i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 24.253, ancora in diminuzione rispetto al giorno precedente. Lo stesso viceministro alla Salute Sileri si e’ detto fiducioso sul continuo calo dei pazienti in terapia intensiva: “arriveremo non dico a zero ma vicinissimi alle pochissime unita’”, dice. Ma aggiunge lapidario: “dare il bollettino giornaliero dei contagi crea solo paura e panico. Spero che qualcuno mi ascolti, soprattutto la Protezione civile”. Ma nuovi contagi si aggiungono ai focolai gia’ esistenti. Sono cinque i nuovi casi positivi di coronavirus riscontrati nel cluster del ristorante di sushi di Savona, gia’ emerso alcuni giorni fa e per il quale, nell’area, sono stati effettuati 1.150 i tamponi. Finora 39 casi si sono registrati tra i clienti o i loro contatti, 8 tra i dipendenti, 3 tra i sanitari e i loro contatti. Settanta tamponi sono stati invece effettuati nelle ultime ore e altri 119 sono previsti alla Bartolini di Rovereto, in Trentino, dove si teme un altro focolaio dopo che tre lavoratori sono risultati positivi. Verifiche sono in corso anche per il cluster individuato nella comunita’ senegalese a Cosenza. La task force di sanitari si sta adoperando per individuare una struttura da adibire ad ‘albergo sanitario’, dove collocare pazienti Covid-19 positivi asintomatici e soggetti negativi al virus ma che non hanno modo di rimanere isolati dai propri congiunti positivi, la cosiddetta “zona grigia “. E si vigila sui contatti di una 17enne di Modena, contagiata mentre si trovava in vacanza con alcuni amici a Riccione, due di quali sono positivi. La compagnia della ragazza aveva trascorso quei giorni in spiaggia e passato una serata in una discoteca di Misano Adriatico dove di recente sono stati registrati assembramenti: 40 persone sono in isolamento. Nuovi casi e il presentimento di una nuova ondatra dietro l’angolo. Per la Fondazione Gimbe, organizzazione indipendente che promuove l’integrazione delle evidenze scientifiche nelle decisioni politiche, “non e’ opportuno prorogare lo stato di emergenza, perche’ non esistono piu’ condizioni sanitarie che lo giustifichino” e presentarsi agli appuntamenti elettorali di settembre sotto uno stato di emergenza nazionale “aumenterebbe le tensioni politiche e potrebbe influenzare i risultati”. Tuttavia “serve un piano per gestire la convivenza tra epidemia influenzale e coronavirus, che sara’ la vera emergenza autunnale”. Criticita’, spiega la fondazione, “potrebbero emergere nella seconda parte dell’autunno, sia per la possibile risalita della curva dei contagi, potenzialmente influenzata anche dalla riapertura delle scuole, sia per la convivenza della prossima stagione influenzale con il coronavirus”. Sui prossimi passi da seguire a breve e’ intervenuto anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: “metterei al primo posto il medico scolastico, una figura che offre sicurezza agli insegnanti e alle famiglie che mandano i figli a scuola. E’ la chiave di volta, perche’ e’ una figura di medicina preventiva e non solo”, spiega Sileri ricordando che i test rapidi a scuola e negli aeroporti sono il futuro, per “non trasformare casi di urgenza in emergenza”.