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Cronache

Morta la pallavolista Sara Anzanello. Si era ammalata in Azerbaigian. Sui social il suo inno alla vita

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Voleva vivere Sara, fortissimamente.  Invece non ce l’ha fatta.  La campionessa di pallavolo Sara Anzanella è morta a soli 38 anni. Ed ha lasciato su Facebook una lettera pubblicata subito dopo la sua morte nella quale prova a dare coraggio a chi ha il suo stesso male, a chi affronta quello che stava affrontando lei. “Ho paura- dice Sara- perchè voglio vivere”. Ed aveva pubblicato dei post in questi anni, frasi del cuore con un mix di dolcezza, tristezza e ironia “per essere di supporto a chi come – scriveva- deve superare delle difficoltà, per far cpaire che la vita è bella, perché in questo momento ho bisogno di energie positive”

La ex pallavolista veneta aveva contratto una epatite gravissima in Azerbaigian nel 2013 che l’aveva costretta ad un trapianto di fegato. Ma da allora non era più stata bene fino a quando le hanno diagnosticato un male incurabile, un tumore al sistema linfatico  che lei aveva cercato di affrontare in maniera positiva. Aveva fatto il tifo per le colleghe della nazionale rammaricandosi perché le ultime partite nella clinica dov’era ricoverata non poteva vederle e in un video aveva chiesto di essere aggiornata sui risultati.

La lettera di Sara pubblicata su Facebook – 26 ottobre 2018

Perché condividere: per essere di supporto a chi come me deve superare delle difficoltà, 
per far capire che la vita è bella, perché in questo momento ho bisogno di energie positive.
Devo fare un altro trapianto, ma mi hanno diagnosticato un tumore al sistema linfatico.
Ed ora inizierò i cicli di chemioterapia, ho paura perché voglio vivere.
Non si sa mai quali e quante sfide la vita ti pone davanti, difficilmente si è abbastanza pronti.
Cos’è la cosa che vorresti più di ogni altra, il tuo sogno nel cassetto, il tuo desiderio più grande? 
Il mio sogno è vivere. Semplicemente vivere, passeggiare, stare all’aria aperta, un bel bagno in un mare limpido, la sabbia sotto i piedi, la neve candida che mi circonda in una giornata invernale di sole, i miei quadri, la mia cucina, il mio piccolo orto sinergico, una serata con la mia famiglia e con le persone a cui voglio bene. 
Vivere, senza grandi pretese, ma vivere. 
Molti conoscono la mia storia, dopo il difficile trapianto di fegato nel 2013 ho lottato per riprendere in mano la mia vita; quest’anno, l’aggravarsi della mia situazione mi ha riportato qui al Niguarda per entrare nuovamente in lista. 
Nello stesso periodo mi è stato diagnostico un Tum…re al sistema linfatico, manco riesco a dirlo, ed ora inizierò le chemio. 
A voi spiegata la mia costante presenza alla SPA Niguarda dove sono seguita da un’equipe di alto livello di cui mi fido e che sta facendo di tutto per far avverare i miei desideri. 
Ho la fortuna di avere una famiglia, un fidanzato e amici speciali che mi sono accanto e mi fanno ridere e passare minuti spensierati, minuti in cui la malattia non c’è più… 
Tante altre persone stanno combattendo la mia battaglia, in tante l’hanno già vinta, altre no.
Ho paura, non sarà l’emozione migliore da avere, però non avere certezze fa paura. 
Non voglio entrare nei dettagli medici ma, se volete mandarmi un piccolo pensiero, una preghiera per i credenti, un po’ di energia positiva che aiuti il mio corpo a fare piazza pulita di ciò che non va bene.
Io sono qui per lottare, mai mollare, crederci sempre come ho fatto in tutta la mia vita.
Arrivederci a tutti.
Sara.

 

 

 

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Cronache

Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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Cronache

A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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